L’Irap si può abolire? Tremonti ha in cassa 12 miliardi, ma forse finiranno alla Banca del Sud

Pubblicato il 14 Ottobre 2009 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA

Si può abolire l’Irap, la tassa che non colpisce solo i profitti ma anche il costo del lavoro? Si può togliere alle aziende questo peso soprattutto in tempo di crisi? Silvio Berlusconi lo aveva promesso nel 2003, sia pure aggiungendo che qualcosa avrebbe dovuto rimpiazzare il gettito perduto, forse, disse allora: «Un contributo sanitario» visto che l’Irap finanzia appunto il sistema sanitario. Poi la promessa fu ribadita nel programma elettorale del 2008 dove c’era scritto: «Graduale e progressiva abolizione dell’Irap». La volontà dunque c’è, da almeno cinque anni. Ma i soldi per farlo ci sono?

L’Irap vale circa trenta miliardi di euro. Non ci sono nelle casse pubbliche. Ma nelle stesse casse ci sono 12 miliardi, stanziati perché le banche li acquisissero sotto forma di Tremonti-bond. Cioè denaro liquido che le banche si facevano prestare dal governo per avere credito da erogare alle imprese. Le banche questi soldi on li vogliono e non li prendono, lo Stato li presta a tassi di interessi superiori a quelli praticati sul mercato dai privati. Restano quindi inutilizzati. O forse lo saranno presto, per finanziare la nascente banca del sud che Tremonti si appresta a tenere a battesimo. Banca e 12 miliardi che apriranno la corsa a presentare progetti imprenditoriali relativi al Sud. Progetti che rischiano di essere pensati, presentati, gonfiati proprio per accedere a quei miliardi. Insomma una “spesa pubblica”, ancora spesa sotto forma, anzi travestita da finanziamento allo sviluppo.

E se invece quei 12 miliardi che sono in cassa fossero destinati abbattere, ora, subito e su tutto il territorio nazionale del 40 per cento l’Irap che l’impresa non sopporta più e che Berlusconi promise di togliere cinque anni fa? Ipotesi troppo concreta, semplice ed efficace?