Sala, direttore del Comune di Milano: “Io, dirigente pubblico, guadagno 289mila euro l’anno. Ma non è molto”

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti

Ora guadagna 24mila euro al mese, ma non dice che è molto. Il direttore generale del Comune di Milano Giuseppe Sala, intervistato da Sergio Rizzo per il Corriere della Sera, affronta di petto il tema dei manager super pagati.

“Dello stipendio non mi lamento, dice. Con i tempi che corrono 289 mila euro all’anno non sono da buttare via”. Ma rispetto ai due milioni e mezzo che prendeva come direttore generale di Telecom non c’è paragone.

Per questo motivo, in un momento in cui il ministro dell’Economia Giulio Tremonti annuncia tagli orizzontali, indiscriminati, in tutti i settori, Sala fa dei distinguo, e prende le difese dei dirigenti pubblici.

“Quello dei manager pubblici, spiega a Rizzo, è un mondo talmente eterogeneo, gli interventi generici sono sempre poco sensati. C’è chi sta in prima linea e viene presentato come un semplice burocrate, e chi invece sta al sicuro in un ministero, o in un altro ufficio pubblico, con poche responsabilità”.

Invece Tremonti ha intenzione di colpire tutti i manager pubblici, perché tutti prendono più di centomila euro l’anno, che è la cifra incriminata.

Sala sottolinea che “C’è chi sta in prima linea e viene presentato come un semplice burocrate, e chi invece sta al sicuro in un ministero, o in un altro ufficio pubblico, con poche responsabilità”.

Il manager del Comune milanese sottolinea le due posizioni interne al governo: “Quella di Roberto Calderoli, che afferma il principio del contenimento delle posizioni amministrative. Cioè, un comune che non ha un tot di abitanti non può avere un direttore generale. Poi c’è la linea di Renato Brunetta, che punta sull’incentivazione e la trasparenza. Facendo sì che la collettività possa conoscere quanto guadagno e quanto rendo. Questo principio mi pare più accettabile, per tutti”.

In particolare, Sala evidenzia l’importanza degli incentivi, dei bonus, in base al merito. “Oggi il 10-15% della retribuzione di un manager pubblico è variabile. Dipende dai risultati”.

Per questo motivo pensa che sia giusto che chi ci mette la faccia, chi lavora “in prima fila” sia ben ripagato, con premi in caso di buoni risultati: “Credo che ci sia spazio per un intervento, serio, con il quale dare più peso ai risultati. Sono convinto che i dirigenti non l’accoglierebbero negativamente. Va considerato che nella pubblica amministrazione il numero dei manager a tempo determinato è cresciuto, e queste persone sono mentalmente più disponibili a un discorso del genere”.

Certo, si resta nel dorato mondo dei manager. Ben lontano dai comuni cittadini con un salario medio annuo netto di 16mila euro l’anno, che portano l’Italia al ventitreesimo posto nella classifica dell’Ocse.