Manovra: a rischio chiusura il 25% delle farmacie

Pubblicato il 3 Giugno 2010 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

Saracinesche abbassate in molte Province del Lazio, ma anche in Piemonte, Molise, Veneto e Liguria. La manovra economica messa a punto dal Governo agita i farmacisti italiani, che giovedì mattina, nel corso di una conferenza stampa organizzata da Federfarma Lazio, hanno fatto il punto della situazione, paventando il rischio chiusura per il 25% delle farmacie, soprattutto nei piccoli centri.

Secondo le prime stime effettuate dalle federazioni regionali, infatti, nella Regione Lazio rischiano di chiudere circa 300 farmacie su oltre 1400, poco meno del 25%. “Drammatica”, ad esempio, viene definita la situazione nella Provincia di Rieti, dove sono a rischio il 90% delle 75 farmacie presenti sul territorio.

Ma problemi analoghi coinvolgono anche la Provincia di Frosinone, su 150 farmacie il 10% sono a rischio chiusura ma ben il 45% si dichiarano “in sofferenza”, quella di Viterbo, dove il rischio di abbassare la saracinesca è alto per il 10% delle 82 farmacie presenti, e anche la Provincia di Roma, dove a rischiare la chiusura sarebbero circa 50 esercizi farmaceutici.

E la situazione certo non migliora nel resto d’Italia. Nella regione Umbria sono a rischio 50 farmacie private su 250 (20%), mentre in Piemonte le farmacie in seria difficoltà sarebbero 300 su 1430 (tra il 20 e il 25%). Spicca poi il dato del Molise, dove la possibilità di chiudere è alta per il 50% (tutte situate in comuni sotto i mille abitanti) delle 164 farmacie regionali. Ma sono tante le realtà a rischiare drastici ridimensionamenti, secondo i responsabili regionali della federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani: 50 su 230 in Provincia di Lecce, e 50 farmacie a rischio ciascuno per Veneto e Liguria.

Se la manovra economica 2011-2012 approvata dal Governo non sarà modificata nel corso dell’iter parlamentare del decreto, “le farmacie private a rischio di immediata chiusura sarebbero circa il 25%, dislocate in tutte le regioni”. Con il risultato che “quasi 1 milione di cittadini, sui 4 milioni che ogni giorno si recano in una farmacia, verrebbero privati di un servizio di assistenza primario e fondamentale”. E’ l’allarme lanciato dai responsabili regionali della federazione nazionale dei titolari di farmacia italiani (Federfarma), preoccupati che le “penalizzanti” misure contenute nella manovra costringeranno molte farmacie, soprattutto nei piccoli centri, ad abbassare definitivamente la saracinesca.

Con un serio danno per la “collettività” e con ricadute occupazionali: si stima infatti che potrebbero perdere il loro posto circa 18 mila lavoratori, in media uno per ogni farmacia privata. “Se la manovra fosse approvata dal Parlamento così come è uscita da Palazzo Chigi – sottolineato i responsabili regionali – i primi a risentirne sarebbero proprio i cittadini, in particolare gli over 65 – che avrebbero difficoltà non solo a reperire i farmaci, anche quelli più comuni come i cardiovascolari, gli antibiotici, gli analgesici, gli oncologici o quelli per diabetici, ma addirittura a trovare una farmacia aperta nelle vicinanze”.

Per questo il presidente di Federfarma Lazio, Franco Caprino, chiede al Governo e al Parlamento che “questo sforzo doveroso sia ripartito in maniera equa tra tutti protagonisti della filiera” e che “non vada a incidere quasi esclusivamente sul bilancio delle già gravate farmacie”.