Sindacati e partiti chiedono 5 mld: cosa si può fare su pensioni e Imu

Pubblicato il 11 Dicembre 2011 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA

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ROMA – Sindacati e partiti chiedono a Monti di aggiustare la manovra su pensioni e Imu: le modifiche che chiedono sottrarrebbero alla manovra circa 5 miliardi di euro. E le contromisure che partiti e sindacati propongono non superano i 2,5 miliardi, nella più rosea delle previsioni: ovvero la metà del gettito attualmente previsto.

Cosa chiedono al governo partiti e parti sociali? Le richieste sono sostanzialmente tre e riguardano pensioni e Imu sulla prima casa.

Indicizzazione pensioni

La richiesta è di portare l’indicizzazione delle pensioni a 1.400 euro al mese (lordi) contro i 936 attualmente previsti. Se il tetto minimo delle pensioni minime venisse portato a questa quota, tutte quelle di valore inferiore si salverebbero dagli effetti della manovra.

Imu

Sindacati e partiti chiedono la rimodulazione dell’Ici (o Imu) sulla prima casa tenendo conto della composizione del nucleo familiare. Dunque le famiglie composte da meno persone pagherebbero una quota più “accettabile”

Pensioni classe ’52

In questo caso si chiede al governo un intervento sulla situazione di coloro che sono nati intorno al 1952 e che sarebbero penalizzati dalla norma che allunga a 42 anni il requisito per il pensionamento anticipato con minimo 62 di età anagrafica.

Dunque, se il governo accogliesse queste richieste, la manovra perderebbe 5-6 miliardi di gettito. Ma le contromisure, come detto, non sembrano poter garantire lo stesso afflusso di denaro nelle casse statali.

Capitali scudati

Una delle proposte è quella di aumentare la tassa sui capitali scudati (oggi all’1,5%), portandola al 3%. Ma modificare questa norma sembra più difficile di quello che si dice.

Deposito titoli

Altra proposta è quella di aumentare il limite massimo del bollo sui depositi titoli e sugli strumenti finanziari. Questa misura porterebbe solo poche decine di milioni di euro.

Imu a quoziente familiare

Infine sindacati e partiti propongono di rimodulare l’Imu sulla prima casa con una soluzione “a quoziente familiare”: ovvero facendo pagare di più le famiglie con reddito alto e alleggerendo il carico su quelle numerose e più deboli.