Manovra: aumento Iva, taglio pensioni d’oro, web tax… Cosa cambia dopo l’accordo con Ue

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Dicembre 2018 - 23:54| Aggiornato il 20 Dicembre 2018 OLTRE 6 MESI FA
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Manovra, tutte le nuove misure dopo l’accordo con la Ue: aumento Iva, tagli alle pensioni oltre i 1500 euro e web tax

ROMA – L’emendamento del Governo che recepisce l’intesa con l’Ue sulla manovra e permetta all’Italia di evitare la procedura d’infrazione è stato depositato in commissione Bilancio al Senato.

Si tratta di un fascicolo di 32 pagine (qui il testo completo) che contiene tutte le nuove misure, dall’aumento dell’Iva come clausola di salvaguardia agli scaglioni per la tassazione delle cosiddette pensioni d’oro.

Tassazione per le pensioni d’oro – Il taglio sulle pensioni d’oro (che sarà valido dal 2019 per 5 anni) sarà del 15% per i redditi compresi tra 100mila e 130mila euro lordi e arriverà al 40% per quelle superiori ai 500mila euro. Cinque in tutto le aliquote previste.

Previsto un taglio:
– del 25% per gli assegni compresi tra 130.001 e 200mila euro,
– del 30% per quelli compresi tra 200.001 e 350.000 euro,
– del 35% tra i 350.001 e i 500.000 euro.

Taglio all’adeguamento delle pensioni oltre i 1500 euro – Taglio per 3 anni dell’adeguamento delle pensioni oltre i 1.522 euro al mese (3 volte il minimo): la decurtazione maggiore, fino al 60%, scatta per gli assegni oltre i 4566 euro. L’indicizzazione piena ci sarà solo per le pensioni fino a 1.522 euro, poi sono previste sei fasce di tagli.

L’adeguamento sarà infatti del 97% per assegni tra fino a 2029 euro, 77% fino a 2537 euro, 52% fino a 3042 euro, 47% fino a 4059 euro, 45% fino a 4566 euro e 40% oltre 4566 euro, che è nove volte il minimo.

Aumento dell’Iva come salvaguardia – Aumenti Iva per 23 miliardi nel 2020 e quasi 29 (28,75) nel 2021 e nel 2022. La Relazione tecnica spiega che, senza interventi, l’aliquota ridotta del 10% passerebbe dal 2020 al 13%, mentre l’aliquota ordinaria oggi al 22% passerebbe nel 2020 al 25,2% e nel 2021 al 26,5% nel 2021. La proposta conferma  la sterilizzazione “totale” degli aumenti nel 2019.

Il piano per la vendita del patrimonio immobiliare – Deve essere messo a punto “entro il 30 aprile” il nuovo “programma di dismissioni immobiliari” che punta a ottenere non meno di 950 milioni aggiuntivi nel 2019 e altri 150 milioni l’anno nel 2020 e 2021. Il piano individuerà le “modalità di valorizzazione dei beni” dello Stato, della Difesa, come le caserme in disuso, e delle altre pubbliche amministrazioni. Agli enti locali che contribuiscono andrà una quota degli introiti tra il 5 e il 15%.

Blocco delle assunzioni – Presidenza del Consiglio, ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali e università non potranno assumere personale a tempo indeterminato prima del 15 novembre 2019. Non compaiono invece gli enti locali. Secondo la  Relazione tecnica i risparmi sono pari a 100 milioni in termini di indebitamento netto.

Web tax – Arriva la nuova web tax sui servizi digitali. La nuova misura con aliquota al 3% sui ricavi dovrà essere versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. Verrà applicata ai soggetti che prestano servizi digitali e che “hanno un ammontare complessivo di ricavi non inferiore a 750 milioni e che hanno un ammontare di ricavi derivanti dalla prestazione di servizi digitali non inferiore a 5,5 mln di euro. Nelle casse dello Stato dovrebbero entrare 150mln nel 2019, 600mln nel 2020 e 600mln nel 2021.

800 milioni contro dissesto idrogeologico – Per l’avvio e la realizzazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico sono stanziati 800 milioni di euro per il 2019 e 900 mln per ciascuno degli anni 2020 e 2021. Alla copertura degli oneri – spiega la relazione tecnica – si provvede tramite la riduzione del Fondo per gli investimenti delle amministrazioni centrali.