Manovra Renzi: correzione da 16 mld a ottobre per il 2015, incognita risorse

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Luglio 2014 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA
Manovra Renzi: correzione da 16 mld a ottobre per il 2015, incognita risorse

Manovra Renzi: correzione da 16 mld a ottobre per il 2015, incognita risorse

ROMA – Manovra Renzi: correzione da 16 mld a ottobre per il 2015, incognita risorse. Lo scossone impresso dal commissario Carlo Cottarelli, che praticamente si è chiamato fuori (al suo posto arriverà il consigliere economico di Renzi Gutgeld), giunge proprio nel momento delle scelte sui temi economici da parte del Governo Renzi in vista della manovra correttiva sui conti 2015: entro il 15 ottobre il Documento di Economia e Finanza (Def) deve essere licenziato e messo a disposizione degli organismi europei. Correzione che sarà dell’ordine di 16 miliardi, nonostante le perplessità di molti analisti sulla copertura finanziaria delle risorse necessarie. C’è da rifinanziare il bonus da 80 euro (10 miliardi), i fondi per le missioni militari, la cassa integrazione in deroga.

Non si può derogare di un anno (come richiesto e rifiutato in Europa) al pareggio di bilancio. Va considerata la mancata crescita e la conseguente sottostima iniziale della crescita del Pil 2014 (il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan diceva lo 0,8%, i dati reali dicono massimo lo 0,3%, con la conseguenza che anche il deficit sale). Il piano di spending review è quello del governo Letta (28 miliardi di tagli equamente divisi tra 2015 e 2016). Solo che adesso bisogna decidere dove tagliare.

Non sarebbero tutti e solo tagli di spesa: alcuni miliardi, in numero ancora imprecisato, dovrebbero venire dal maggiore gettito fiscale derivante dalla lotta all’evasione. Matteo Renzi e la sua squadra puntano molto sull’operato del nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi.
Molte partite di rilievo restano però aperte. Il governo sa che servirà molta cura nel non ascrivere come proventi certi entrate da lotta all’evasione che per definizione sono incerte, perché riguardano il futuro. C’è poi una questione istituzionale: prima di Renzi, la cabina di regia della finanziaria è sempre stata al Tesoro e il ministro dell’Economia ha sempre guidato il disegno complessivo. Ora non è chiaro come funzionerà la divisione fra i poteri e se essa non produrrà nuovi contrasti, dopo il divorzio di Cottarelli. (Federico Fubini, La Repubblica)