Marchionne spiazza tutti: “Possibile fondere Fiat e Chrysler e trasferirci a Detroit”

Pubblicato il 5 Febbraio 2011 - 08:39 OLTRE 6 MESI FA
Sergio Marchionne

Sergio Marchionne

TORINO – Una fusione fra Fiat e Chrysler è possibile, ”potremmo guardarla nei prossimi due o tre anni”, forse anche con il quartier generale negli Stati Uniti. ”Prima dobbiamo integrarle dal punto di vista operativo e poi ci occuperemo della governance. Ora però la priorità è farle lavorare insieme”. Lo afferma l’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, dicendosi non soddisfatto della joint venture fra Fiat e Tata Motors: “Dobbiamo dare una nuova dimensione all’accordo. Abbiamo dato loro il diritto di distribuire e in alcune aree non sta funzionando. E’ tutto sul tavolo”.

Tata Motors controlla il 50% di Fiat India Automobiles. Il Wall Street Journal ritiene che Fiat e Chrysler potrebbero fondersi e installare il quartier generale negli Stati Uniti sotto la guida di Marchionne. L’approccio per “una società” – aggiunge il Wall Street Journal – potrebbe essere completato una volta che Chrysler avrà restituito i prestiti ricevuti dal governo, obiettivo che potrebbe essere raggiunto nel 2011. “Fondere la casa automobilistica italiana e quella americana spingerebbe la partnership più di in là di quanto delineato da Marchionne dopo che Fiat ha preso il controllo di Chrysler nel 2009”.

Fiat e Chrysler, “una delle dimostrazione di come l’industria automobilistica sia cambiata con la crisi”, stanno portando avanti un processo “di integrazione culturale basato sul rispetto reciproco e sull’umiltà, dove non c’é spazio per il nazionalismo o l’arroganza di quelli che ritengono di saperne di più”: “ho fiducia nel futuro di Fiat e Chrysler”, osserva Marchionne, spiegando che le due case automobilistiche hanno ottime squadre al vertice e sono “perfettamente complementari in termini di prodotto, architetture e presenza geografica”. E afferma: “Fino a quando sarò io amministratore delegato, terrò Alfa Romeo”.

“Di recente alcune pubblicazioni hanno sollevato il nodo della successione di Chrysler e Fiat, con una che si è chiesta cosa sarebbe accaduto se io avessi lasciato. Questo è un esempio della tendenza a mitizzare gli amministratori delegati e il mito è basato sull’idea sbagliata che una persona può risolvere tutta da sola i problemi di un’azienda. Ritengo che il vero valore di un amministratore delegato dovrebbe essere misurato in termini di impatto umano sull’organizzazione e di capacità di scegliere i giusti leader e metterli al posto giusto”, aggiunge Marchionne, precisando che i giusti leader “sono coloro che hanno il coraggio di sfidare le cose ovvie, che navigano su acque inesplorate, di rompere le convenzioni e le vecchie modalità di fare le cose”.

Chrysler “ha un profondo debito di gratitudine nei confronti dei contribuenti americani e canadesi. Non c’é dubbio che la determinazione e il coraggio mostrato dai governi americani e canadesi è stato unico. Riconosciamo di avere una responsabilità morale e intendiamo mostrare la nostra gratitudine adempiendo ai nostri impegni e restituendo ogni centesimo che ci è stato dato”.

“Fiat e Chrysler condividono la sfida di unire le rispettive forze e capacità per superare gli effetti della crisi e creare un futuro insieme come leader globale nel settore automobilistico”, mette in evidenza Marchionne. Fra i risultati tangibili dell’alleanza è l’introduzione della Fiat 500, con il quale il Lingotto torna in nord America dopo 27 anni.