Marchionne: “I risultati di Chrysler sono merito dei lavoratori”

Pubblicato il 26 Marzo 2012 - 08:25 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Fiat e Chrysler, da un punto di vista dei prodotti, sono le due facce della stessa medaglia, si completano. E la prima 'nata' dalla loro alleanza e' il Dodge Dart, una vettura che si rifa' alla Giulietta dell'Alfa Romeo (marchio che tornera' negli Usa nel 2014), e che ha ''quel tanto che basta di spirito italiano per renderla interessante'', oltre ad avere una ''meccanica eccezionale''.

Sergio Marchionne, ai microfoni di '60 Minutes', trasmissione della Cbs, ripercorre il suo arrivo e i suoi primi tre anni alla Chrysler. E lo fa elogiando i dipendenti della casa automobilistica americana, senza l'impegno dei quali ''sarebbe stato impossibile, assolutamente impossibile'' raggiungere i risultati ottenuti.

Chrysler e' stata una ''sfida'': ''nessun amministratore delegato dell'industria auto l'avrebbe toccata. Se fosse stato facile, l'avrebbero fatto tutti''. La maggiore sfida ora per Chrysler e' quella di sbagliare un'auto. ''Una ce la possiamo permettere, ma una. Dodici mesi fa sarebbe stato un disastro''. Quando e' arrivato nel 2009, sui volti dei lavoratori Chrysler c'era paura: ''Non c'e' nulla di peggio per un leader che vedere la paura sul volto dei dipendenti. La paura di non essere qui: non c'e' niente di peggio nella vita che essere vittima di un processo che e' fuori dal proprio controllo".

"La strada e' stata lunga e con ostacoli, ma ora la paura e' scomparsa'' afferma Marchionne, definito dalla trasmissione piu' ''un regista che un manager dell'industria auto, della quale e' invece una star''. E senza il quale Chrysler sarebbe stata ''molto probabilmente liquidata'' mette in evidenza Steve Rattner, l'ex numero uno della task force presidenziale per la ristrutturazione di Detroit.

Uno ''negoziatore duro, molto duro, ma questo e' parte del suo successo – aggiunge Rattner -. E uno stakanovista: quando e' festa in Italia, arriva negli Stati Uniti per lavorare, e quando e' festa negli Usa, va in Italia per lavorare. Lavora il sabato e la domenica''.

''Mi sveglio alle 3.30 del mattino e vado a dormire alle 10, non sono una persona che fa tardi la sera, lo facevo quando ero giovane'' evidenzia Marchionne che, riferendosi alle misure di sicurezza a cui e' sotto posto in Italia (una scorta pubblica e un'auto anti-proiettile), afferma: ''hanno un duro impatto sulla vita privata. Io ho una vita privata, che e' privata''.

In Chrysler, Marchionne ha rivisto la struttura manageriale, che era molto gerarchica, e ha rinunciato agli uffici ai piani alti del quartier generale di Auburn Hills, che ora ''usiamo come trappola per i turisti'', preferendo un ufficio vicino agli ingegneri, ai quali ''piace avermi qui'' aggiunge Marchionne.

Il manager respinge le critiche dei repubblicani americani che hanno criticato l'ultimo spot della Chrysler per il SuperBowl con Clint Eastwood, definendolo uno spot per il presidente americano Barack Obama. Reazioni che definisce ''non necessarie e fuori luogo. Ho restituito i soldi con un interesse del 19,7% e non dovevo alcuno spot a nessuno''.