Marchionne, retromarcia ma col se: “La Fiat resta a Torino, a patto che ci siano le condizioni”

Pubblicato il 15 Febbraio 2011 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente Detroit, il cervello della Fiat rimarrà a Torino, a patto che…Sergio Marchionne fa solo una apparente retromarcia rispetto a quanto aveva precedentemente affermato, e cioè che, dopo la fusione con Chrysler, l’azienda si sarebbe trasferita negli Stati Uniti. Dopo la polemica scatenata dalle sue affermazioni e le smentite che si sono frettolosamente susseguite, Marchionne ha ribadito: “Il cuore dell’azienda resterà in Italia”, ma solo “se si realizzeranno le condizioni” rispetto al progetto Fabbrica Italia.

Marchionne lo ha detto durante l’audizione alla Camera, sottolineando che, comunque, al momento non è stata presa alcuna decisione. Un appuntamento al quale l’amministratore delegato si è presentato eccezionalmente in giacca e cravatta, e non in maglione, come ha da sempre abituato i suoi interlocutori.

Marchionne ha poi cercato di dare una speranza anche agli operai: ”Se riusciamo a portare l’utilizzo degli impianti dall’attuale 40% all’80%, siamo pronti ad aumentare i salari portandoli ai livelli della Germania”. Per poi aggiungere: ”Al passo successivo, che è la partecipazione dei lavoratori agli utili d’azienda”.

Per quanto riguarda la sede principale della Fiat, Marchionne ha specificato: ”Se il cuore è e resterà in Italia, la nostra sede sarà in più posti; sedi operative diverse in diversi posti. Non c’è assolutamente nulla di strano in questo: non si tratta di rinnegare le nostre radici ma anzi di proteggerle, di garantire al passato il futuro”.

Questo perché, ha detto l’ad, ”abbiamo progetti ambiziosi che partono proprio dall’Italia e si ispirano su uno sforzo globale. Vorrei che fosse assolutamente chiara una cosa: nessuno può accusare la Fiat, guardandola negli occhi, di comportamenti scorretti, di vivere alle spalle dello Stato o di voler abbandonare il Paese”. La dimostrazione di quanto detto è secondo Marchionne, ”il fatto di essere qui in Parlamento”.

Per quanto riguarda invece il piano industriale, Marchionne ha spiegato che sui 20 miliardi di investimenti previsti dal Lingotto per l’Italia, ”4 miliardi andranno a Fiat Industrial e 16 miliardi a Fiat spa, di cui il 65% per Fiat Group Autobilies”.