Mare debito (160% Pil) e deficit (11,8%) pubblici. Duecento mld di spesa Covid. Ma tutti dicono non aver visto un euro

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 16 Aprile 2021 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA
Mare debito (160% Pil) e deficit (11,8%) pubblici. Duecento mld di spesa Covid. Ma tutti dicono non aver visto un euro

Mare debito (160% Pil) e deficit (11,8%) pubblici. Duecento mld di spesa Covid. Ma tutti dicono non aver visto un euro (Foto d’archivio Ansa con una veduta della Banca d’Italia)

Mare, l’economia e la società italiane navigano in un mare di debito e deficit pubblici. E’ l’unico mare che c’è ed è quindi rotta obbligata e doverosa, mai come durante la pandemia fare debito non è peccato. Ma questo non deve impedire di vedere che il mare ingrossa e non deve indurre a pensare, dare per ovvio e scontato che il debito sia gratis.

La politica e la società italiane nel mare del debito e deficit navigano come il far debito, anzi il far spesa pubblica a debito, sia una sorta di diritto acquisito, un diritto a tempo indeterminato. Così non è ma non dell’asciugare il mare ma di non affondare nel mare del debito ce se ne occuperà, si spera, a pandemia sopita e a economia rilanciata, insomma nei bilanci 2022.

Debito pubblico 160 per cento del Pil

Debito 160 per cento del Pil vuol dire che se non aumenti il Pil (la ricchezza prodotta) quel debito non lo sostieni, non lo ripaghi e quindi alla lunga i soldi per la spesa pubblica non te li prestano più. Adesso non si vede neanche l’ombra del problema, Bce compra tutto, il denaro è una merce che circola a bassissimo prezzo, i tassi di interesse sono minimi e talvolta negativi. Ma così durerà ancora per tutto il 2021 e per probabilmente tutto il 2022. Da noi si fa come se dovesse durare così in eterno. 

Deficit 11,8 per cento del Pil

E’ il dato in cui si vede, se si ha voglia di vederli, i miliardi di spesa pubblica finora indotti dalla pandemia sanitaria ed economica. Sostegni e Ristori sotto molteplici forme, la Cassa Integrazione, i 600 e poi 1000 euro alle partite Iva, i crediti di imposta per affitti commerciali, il denaro direttamente sui conti correnti di aziende di piccole e medie dimensioni. Da maggio 2020 ad oggi circa 200 miliardi, gli ultimi quaranta in arrivo. 

Duecento miliardi e il vizio del: chi li ha visti?

Duecento miliardi non sono poca cosa, non sono spiccioli e tanto meno elemosina. Saranno arrivati tardi nelle tasche dei cittadini e imprenditori danneggiati economicamente dalle chiusure, sarà stato complesso e burocratico ottenerli (almeno all’inizio, ora tutt’altro), saranno forse anche qua e là indirizzati male ma è stato un lancio massiccio di denaro pubblico sulla gente. Eppure ilo vizio e il vezzo comune e totale è raccontare, lamentare di non aver visto un euro. Tutte le categorie e tutti i territori, sociali e geografici, lamentano di non aver visto un euro. Qualcosa, più di qualcosa non torna.

Ristoratori e accoglienza, non tutti uguali

Un solo esempio: in questo anno di sofferenza ci sono stati ristoratori e imprenditori e lavoratori di alberghi e strutture di accoglienza che letteralmente non hanno visto un euro dalle loro attività. Sono coloro che hanno ristorante o bar o hotel nel centro delle città e in generale nei centri urbani. Ma ci sono stati anche ristoratori e albergatori e titolari strutture turistiche che la scorsa estate hanno lavorato e incassato come non mai. Far finta che tutto e tutti siano nelle stesse difficoltà e condizioni, fingere comune, universale e totale miseria, mischiarsi a coloro che davvero non ce la fanno è costume nazionale. Ma non è vizio, vezzo e astuzia sostenibile.