Mario Draghi frena su acquisti bond: “Quantitative easing possibile ma lontano”

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Aprile 2014 - 21:26 OLTRE 6 MESI FA
Mario Draghi frena su acquisti bond: "Quantitative easing possibile ma lontano"

Mario Draghi (Foto Lapresse)

ROMA – Gli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce per contrastare un’eventuale deflazione e svalutare l’euro sono uno degli scenari possibili, ma non il più probabile. Così il governatore della Banca centrale, Mario Draghi, frena gli appetiti sul quantitative easing in salsa europea, ossia l’acquisto massiccio di attività finanziarie sulla falsariga di quanto fatto dalla Fed americana o dalla Bank of England.

Il numero uno dell’Eurotower è intervenuto a Koenigswinter, in Germania, al meeting dei parlamentari della coalizione che regge la cancelliera Angela Merkel. Draghi ha voluto riportato con i piedi per terra un mercato che freme per le prossime decisioni della Bce. Platea, quella della cittadina tedesca, un po’ particolare vista l’avversione di molta parte dell’opinione pubblica in Germania a interventi della Bce per tirare fuori i governi dalle secche della crisi.

Draghi, raccontano i bene informati, avrebbe gettato acqua sul fuoco. La Bce, ha ribadito, è pronta anche a questo tipo di misura se sarà necessaria. Ma al momento il rischio di deflazione non c’è. Quasi a voler offrire rassicurazioni di fronte alle inquietudini tedesche.

Giusto la scorsa settimana il presidente della Bce aveva fato chiarezza sulle ipotesi allo studio dell’Eurotower: con tassi del mercato interbancario in tensione (ipotesi piuttosto vicina alla realtà), taglio dei tassi o non sterilizzazione dei 175 miliardi di bond già comprati; con credito bancario che non riparte, un nuovo maxi-prestito alle banche condizionato all’erogazione di credito a famiglie e imprese oppure acquisto di cartolarizzazioni di questi prestiti, con deflazione, il famoso quantitative easing, appunto.

Molto dipenderà dai prossimi dati sull’inflazione. Intanto l’ipotesi Qe solletica gli appetiti dei Paesi più indebitati. Dopo lo 0,5% di marzo, il dato di aprile è atteso per mercoledì. Il vice di Draghi, Vitor Constancio, invita a guardare al medio termine e dice che il dato di dopodomani non farà scattare una risposta automatica. Draghi invita ugualmente alla cautela, cercando di mantenere un difficile equilibrio.

Le previsioni delle grandi banche oscillano fra un +0,8% e un +0,9% che allontanerebbe, almeno per ora, un intervento d’emergenza. Probabilmente, come scrive il Wall Street Journal, Draghi è contento di “battere il tamburo” del quantitative easing, agitandolo davanti ai mercati e sperando di non doverlo utilizzare mai, con lo stesso esito (finora) del “whatever it takes” con cui preannunciò il programma di salvataggio che spense l’incendio finanziario di Spagna e Italia.

Di certo, la prontezza della Bce continua a sostenere il debito considerato dai mercati periferico. Dopo il successo della scorsa settimana, il Tesoro ha venduto tutti e sette i miliardi di Bot semestrali oggi in asta, anche se con una domanda che rallenta e tassi in deciso rialzo a 0,594% da 0,504% di un mese fa.

Lo spread ha chiuso poco sopra i 160 punti base, in un mercato che attende con trepidazione l’inflazione di aprile mercoledì.