Draghi: “Intervenire sulle pensioni”. Ma a 59 anni prendeva 14mila euro

Pubblicato il 29 Settembre 2011 - 17:36 OLTRE 6 MESI FA

Mario Draghi (Foto Lapresse)

ROMA –  Nel 2007 si era fatto paladino di una riforma delle pensioni, invitando l’allora governo guidato ad Romano Prodi ad agire con decisione per completare il risanamento dei conti pubblici e per varare la riforma delle pensioni, partendo dall’innalzamento “graduale dell’età media effettiva di pensionamento. Se non si intervenisse, la spesa diventerebbe insostenibile: bisogna chiedersi quante tasse dovranno pagare i giovani di oggi nei prossimi 10-15 anni per sostenere il sistema pensionistico”.

Eppure, come scrive Salvatore Cannavò nel suo volume “Altre sanguisughe”, ripreso da Dagospia, Mario Draghi, nel giugno del 2006, aveva preso dall’Inpdap un’assegno mensile della sua pensione da dirigente della pubblica amministrazione da 14.843,56 mensili lordi, per un importo netto e pulito di 8.614,68. E questa pensione gli arrivava a 59 anni d’età.

Scrive Cannavò: “Se con una mano il neopresidente della Banca centrale europea firmava documenti e relazioni tecniche tutte all’insegna dell’emergenza pensioni, con l’altra si faceva recapitare una somma mensile che la nostra Maria non riesce a vedere nemmeno nell’arco di un anno. Anche qui, si tratta di un diritto acquisito, che non si può eliminare. Draghi quell’assegno se l’è guadagnato. Giusto”.