ROMA – Mario Monti potrebbe essere indicato presidente del ‘gruppo di studio di alto livello per le risorse proprie’, il board che deve essere istituito – in virtù dell’accordo tra Parlamento europeo e Consiglio sul bilancio pluriennale della Ue – per studiare le tasse con cui l’Unione europea dovrebbe potersi autofinanziare riducendo il peso dei contributi dei bilanci nazionali. Nel riferirlo, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha detto che Monti “è la proposta del Consiglio”.
Il candidato del Parlamento era l’ex premier belga Jean Luc Dehan, che però ha rinunciato, ha indicato Schulz. Parlando di Monti, Schulz lo ha definito “un altissimo rappresentante” della politica europea “perché è stato Commissario europeo e presidente del Consiglio”, aggiungendo che sottoporrà la candidatura di Monti al vaglio della Conferenza dei Presidenti, l’organo che riunisce i capigruppo del Parlamento europeo. La notizia, nella lettura di Paolo Bracalini de Il Giornale, potrebbe non essere solo una gratificante promozione di un autorevole esponente italiano, potrebbe, cioè, rappresentare al contrario una minaccia:
In teoria, ma solo in teoria, le nuove imposte Ue dovrebbero alleggerire il carico di euro che i Paesi membri trasferiscono ogni anno all’Europa, per costituire il 76 % del Bilancio della Ue. L’Italia paga moltissimo, è terza in Europa dopo Germania e Francia, e riceve meno di quanto dà: nel 2012 abbiamo dato 16 miliardi alla Ue e ricevuto contributi per 9,7. Sei miliardi in meno. Storture che si potrebbero correggere se la Ue diminuirà i contributi nazionali introducendo, al loro posto, tasse europee dirette. Sempre che non si sommino, invece di sottrarsi, ai finanziamenti nazionali verso Bruxelles. Un lavoro per Mr. Monti. (Paolo Bracalini, Il Giornale)
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