Mediobanca, Bolloré: “Non esco dal patto. Ma no a patto leggero”

Pubblicato il 12 Aprile 2011 - 10:36| Aggiornato il 13 Aprile 2011 OLTRE 6 MESI FA

Vincent Bolloré (Foto LaPresse)

MILANO – Vincent Bolloré non intende uscire dal patto di Mediobanca. ”Naturalmente no. E’ un investimento di lungo termine”, ha detto l’imprenditore francese entrando nella sede dell’istituto.

E interpellato sull’potesi di una discesa del patto verso il 30% del capitale della banca: “Non credo che sia nell’interesse di nessuno. Chi vivrà vedrà. Non credo che ci siano soci che vogliano uscire dal patto, non lo so”, ha aggiunto.

”Non ho idea di alcun cambiamento”. Ha risposto così l’imprenditore bretone a chi gli chiedeva se sappia che ci saranno cambiamenti nel patto di sindacato di Mediobanca da parte degli altri soci francesi.

Bolloré, avvicinato all’ingresso dell’istituto di Piazzetta Cuccia, dove è arrivato per un comitato esecutivo, cui seguirà a breve un consiglio di amministrazione, aveva in precedenza escluso di aver intenzione di uscire dall’accordo sindacato. L’attuale patto scade a fine anno ed eventuali disdette vanno date entro fine settembre.

“Mediobanca secondo me è molto stabile. E’ una compagnia molto ben gestita e naturalmente non abbiamo alcuna ragione di uscire”, ha detto Bolloré, capofila dei soci esteri dell’istituto di Piazzetta Cuccia e vicepresidente di Generali.

Si dice ”molto ottimista sulla svolta al vertice del Leone con l’arrivo di Gabriele Galateri alla presidenza al posto di Cesare Geronzi. Del manager piemontese dice poi: ”E’ un ragazzo simpatico, molto chiaro, ha una lunga carriera alle spalle, sono molto ottimista sul futuro”.

”Conosco bene Galateri da molto tempo perché è stato presidente di Mediobanca”, ha ricordato tra l’altro. Bolloré, parlando più in generale della svolta nella compagnia di Trieste ha detto di ritenere che ”la forza dell’Italia sia la sua capacità di dirsi le cose anche quando non sono piacevoli e poi trovare unità ed è quello che e’ successo in Generali”.

”Penso che siano state dette delle cose che vanno nella direzione giusta – ha aggiunto -, perché permettono di fare avanzare la compagnia e poi tutti sono riusciti a mettere da parte le questioni personali per costruire insieme qualcosa”. Questo ”è quello che apprezzo molto dell’Italia perché i francesi sono sempre dei Galli, sempre divisi – ha concluso -. Gli italiani invece riescono sempre a fare l’exploit di unirsi per costruire qualcosa in più”