Mediobanca: Negel smentisce la fusione con Unicredit

Pubblicato il 29 Ottobre 2010 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA

Utili sopra le attese nel trimestre per Mediobanca, che per l’esercizio in corso si dice ottimista di poter segnale risultati ”solidi”. L’amministratore delegato Alberto Nagel confida anzi sul ”miglioramento del risultato netto”. Respinge invece come ”insensata” l’ipotesi di una fusione con Unicredit, ricorrente tormentone rispolverato dopo l’uscita di Alessandro Profumo.

In contemporanea all’avvio dei lavori dell’assemblea di Mediobanca, si è riunita nella sede della banca tutta la famiglia Ligresti, con il patron Salvatore e i figli Jonella, già presente fin dal mattino, Giulia Maria e Paolo Gioacchino. Nello storico palazzo del XVII secolo si era fermato anche Vincent Bollorè, il finanziere bretone recentemente salito al 5% della Premafin. Dopo oltre un’ora il capofila dei soci francesi di Mediobanca, nonchè vice presidente Generali, è uscito e ha indicato di non voler aumentare la propria quota in Premafin.

”Il 5% va bene così – ha detto -. E’ un investimento finanziario puro, non saliremo: esprime la fiducia nell’Italia e nella famiglia Ligresti che sono degli amici. E’ un piccolo investimento. Investo in Italia da dieci anni, abbiamo investito in tutto, banche, assicurazioni e Premafin è una società che conosciamo: abbiamo fatto un primo investimento due anni fa, avevamo lo 0,6%”.

”In Mediobanca si vedono tutti”, ha poi minimizzato circa l’incontro con i Ligresti. Ufficialmente non è filtrato null’altro, ma l’evento è apparso segnalare una situazione fluida. Nagel in assemblea si è poi sbilanciato auspicando ”di continuare con la stessa intensità i rapporti con questa società (FonSai) per i prossimi vent’anni, assistendo FonSai e il gruppo Ligresti nella sua veste di azionista di controllo di questo gruppo anche in futuro”.

Tornando ai risultati Mediobanca, nel primo trimestre dell’esercizio 2010-2011 ha segnato un utile di 127,6 milioni di euro, e in calo (-36%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno in cui erano stati particolarmente elevati gli utili su cessioni di titoli disponibili per la vendita e di trading. La banca sottolinea così che si è trattato del miglior trimestre da 12 mesi. Il dato è poi superiore alle attese degli analisti, con un consensus per l’utile che si attestava sui 100 milioni. Simile l’analisi del calo dei ricavi a 498 milioni, scesi del 26% dall’anno scorso, ma in aumento del 19% dal trimestre precedente.

Per la prima volta dopo 18 mesi, ha segnalato tra l’altro la banca, tutte le divisioni hanno segnato risultati positivi e in aumento. Cosi’ l’istituto parla di un utile netto ”solido” e conferma nel retail l’attesa di un pareggio per CheBanca nell’ultimo trimestre solare del 2011. Nagel ha chiarito che il patrimonio della banca appare adeguato anche in vista della piena entrata in vigore delle regole di Basilea 3. E ha aperto a fusioni ”nel credito al consumo e nel private banking” dove ”se ci saranno opportunità di fusione le valuteremo”, specialmente di ”medie” dimensioni, forse in Svizzera. Delle suggestioni su Piazza Cordusio, ”non immaginiamo assolutamente una fusione con Unicredit che non ha assolutamente nessun senso nè per loro nè per noi”, ha detto in particolare Nagel.