Paghiamo 700 miliardi di tasse e debiti: come li spendono, tagliano, sprecano…

di Riccardo Galli
Pubblicato il 21 Aprile 2011 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Cinquecentodiciotto miliardi di euro spesi nel 1997 dallo stato italiano per coprire tutte le voci di spesa. Un centinaio di miliardi in più nel 2002 per arrivare ad un conto di 640 miliardi e, dopo altri 5 anni, nel 2007, conto che lievita sino a poco meno di 714 miliardi di euro. Quasi 200 miliardi in più in dieci anni, un aumento di circa il 40%. Sono le cifre che emergono leggendo un grafico pubblicato sul sito de La Stampa e sviluppato insieme alla Open Knowledge Foundation (Fondazione del Sapere Aperto).

Di tagli alla spesa pubblica, di riduzione della spesa sanitaria, di tagli alla scuola, di incentivi per le energie rinnovabili, di sgravi fiscali per le industrie, di finanziarie, di riforme fiscali, di come spende lo Stato in tutte le sue articolazioni, da Roma alle Regioni, si parla di continuo. Ma quanto spende realmente lo Stato, quanti sono i miliardi concretamente spesi per la difesa o per l’istruzione, dalla Campania piuttosto che dalla Lombardia praticamente nessuno lo sa. In altre parole dove vanno a finire i nostri soldi, nel dettaglio, è un mistero. Non perché sia tenuto volutamente nascosto, ma perché è difficile reperire e soprattutto sommare i vari dati. I dati pubblicati da La Stampa cercano di dare una risposta a questa domanda: dove vanno a finire i nostri soldi? Il periodo preso in esame dal quotidiano torinese non arriva sino ad oggi ma copre un lungo arco temporale, dal 1996 al 2008, cosa che consente di seguire anche l’evoluzione della spesa. Ma chi, e per cosa, spende di più?

Ad una prima lettura quello che viene fuori è una classifica delle Regioni che più spendono, in testa, saldamente, la Lombardia, che nel ’96 spendeva 88,8 miliardi di euro e nel 2008 sale a 130. Segue da vicino il Lazio che nel ’96 spendeva 69,7 miliardi diventati poco più di 87 nel 2008. Ma se 15 anni fa al terzo posto per miliardi di euro spesi si classificava il Piemonte (43,7miliardi), seguito da Emilia Romagna (42,8), e la Campania si classificava solo quinta (39,2). Nel 2008 i dati sono ribaltati. La Campania ha scalato ben due posizioni piazzandosi al terzo posto con 59,1 miliardi e mettendosi alle spalle sia Piemonte (58,8) che Emilia Romagna (56,9). E la tanto criticata Sicilia, esempio degli italici sprechi? Un misero sesto posto nel ’96 (36,4 miliardi) come nel 2008 (56,1). Chiaro è che più sono grandi e popolose le regioni e più spendono. Di conseguenza agli ultimi posti di questa classifica di spesa si piazzano Basilicata, Molise e Val d’Aosta, nel ’96 come nel 2008.

Al di là della classifica che, eccezion fatta per alcune incongruenze, come la scalata della Campania, rispecchia un dato demografico, più interessante è soffermarsi su cosa spende lo Stato e per cosa spendono le singole Regioni, in particolare leggendo i dati più recenti e le variazioni percentuali rispetto all’anno precedente.

La più grossa fetta della spesa pubblica italiana è quella assorbita dalla previdenza e le integrazioni salariali che è costata, nel 2008, 285 miliardi con un +1.16% rispetto al 2007. Al secondo posto la sanità, quasi 105 miliardi, e l’amministrazione generale, 103 miliardi. La prima aumentata però del 12% rispetto all’anno precedente e la seconda addirittura del 22%. Segue poi l’istruzione con 57 miliardi spesi e un +6%, ma i dati si riferiscono al 2008, prima della cura Gelmini. Si spende poi moltissimo per la difesa, oltre 18 miliardi, ottava voce della classifica in rapida ascesa con un +30% rispetto all’anno precedente. Ma non tutto aumenta, gli interventi in campo sociale, sesta voce di spesa, nel 2008 sono stati tagliati del 5.69%. Così come la sicurezza pubblica, decima posizione tagliata del 20%, e la cultura, undicesima posizione e tagli per il 25%. E nel 2008 si è tagliato anche sullo smaltimento dei rifiuti, sedicesima posizione e -4.66%, e la ricerca e sviluppo -11% e diciannovesima posizione. Ma la scure più pesante nel 2008 si è abbattuta sull’acqua, penultima voce di spesa che ha subito un taglio del 39%. Questo a livello nazionale.

Sbirciando invece nei conti delle regioni si scopre che la Campania è quella che spende di più per la gestione dei rifiuti, e non si direbbe visti i risultati. Ma nonostante sia la regione che destina i maggiori fondi a questo scopo, quasi 800 milioni di euro, anche in questo campo taglia, nel 2008 ha infatti speso l’1.05% in meno rispetto al 2007. Spesa per la gestione dei rifiuti in calo in tutto lo stivale, Lombardia -11%, Valle d’Aosta -20%, Puglia -7%, con l’unica eccezione del Lazio che nel 2008 ha speso per la “monnezza” il 4.33% in più.

I dati pubblicati da La Stampa si fermano al 2008, il federalismo è ancora un approdo lontano ma, limitandosi a fotografare la situazione di 3 anni fa, di sicuro le regioni dovranno cambiare modus operandi. In quell’anno infatti, l’ultimo per cui sono disponibili i dati, tutte le regioni, nessuna esclusa, hanno aumentato le proprie uscite, dal “verde” Veneto che ha incrementato la propria spesa del 7.84% sino alla Sardegna, regione più “tirchia” dello stivale, che si è accontentata di un misero +0.78%. Tendenza antica, nel 2007 solo la Lombardia ha sforbiciato le proprie uscite di un ricco -0.60%, così come nel 2006, anno in cui ben tre regioni su venti, Lombardia (-2.15%), Liguria (-0.60%) e la Basilicata (-1.11%) hanno ridotto le loro uscite.