Ministeri, tutti i tagli della spending review. 3 mld, metà da Istruzione e Lavoro

Ministeri, tutti tagli della spending review. 3 mld, metà da Istruzione e Lavoro
Ministeri, tutti tagli della spending review. 3 mld, metà da Istruzione e Lavoro

ROMA – Ministeri, tutti tagli della spending review. 3 mld, metà da Istruzione e Lavoro. Tagli sul deficit per 3 miliardi che, calcolati come ”saldo netto da finanziare” diventano in Legge di Stabilità “coperture” per circa 6 miliardi. Un obiettivo “minimo”, rispetto alla proposta del piano Cottarelli da almeno 20 miliardi. E’ il piano delle riduzioni di Spending Review del governo che oggi viene anticipato da ”Il Sole 24 ore”. Il risparmio maggiore arriva dai ministeri del Lavoro (600 mln di deficit, 2,2 mld per il saldo netto) e dell’Istruzione (840 mln di deficit, 1.170 per il saldo netto).

Un contributo minimo nel 2015, come ricaduta sull’indebitamento netto della Pa, di tre miliardi alla prossima legge di stabilità da 23-24 miliardi. Che diventano sei miliardi tradotti in effetti sul saldo netto da finanziare e quindi disponibili per le singole coperture. (Sole 24 Ore)

Previsti, tra gli altri, tagli mirati a sgravi contributivi per i contratti aziendali, Caf, scatti di anzianità degli insegnanti, canone Rai. Il dossier della spending review è molto dettagliato ma – spiega il quotidiano economico – attende di essere affinato dalla Presidenza del Consiglio e dal ministero dell’Economia ai quali spettano le scelte definitive. In base alle proposte messe nero su bianco, sono i dicasteri del Lavoro e dell’Istruzione quelli più volenterosi.

Ministero del Lavoro. Il ministro Poletti avrebbe messo sul piatto un cambiamento dei requisiti per l’accesso a prestazioni come integrazioni al minimo della pensione o gli assegni sociali, ma anche un taglio alla decontribuzione sulla contrattazione aziendale e a fonti di spesa che risultano da qualche anno sovrastimante nel bilancio dell’Inps, come le pensioni anticipate per i lavoratori esposti ad attività usuranti, le pensioni d’annata o le decontribuzioni riconosciute ai datori di lavoro che hanno conferito il Tfr alla previdenza complementare.

Ministero dell’Istruzione. La ministro Giannini presenta risparmi in parti uguali da scuola e da università-ricerca. Le maggiori risorse si libererebbero dall’addio ai membri esterni nelle commissioni di maturità (99 milioni ai fini del deficit), seguiti dalla razionalizzazione delle spese di pulizia. Per gli atenei e i centri di ricerca la stretta riguarda i consumi intermedi.

Ministero della Difesa. Ma tutti i ministeri mettono mano alla spesa: la difesa (510 mln ai fini del deficit) punta a vendere 1.200 alloggi assegnati finora ai militari, ma anche a risparmiare su forniture militari, riordino delle carriere e differimento del reclutamento.

Ministero della Salute. E’ all’osso invece l’apporto del ministero della Salute: 35 milioni delle convenzioni per i pronti soccorsi negli aeroporti. Ma, per questo capitolo di spesa, la vera partita si gioca sul fondo sanitario delle Regioni (per 6-700 milioni).

Ministero Economia. Selettivi anche i tagli del ministero dell’Economia: riduzione degli aggi ai Caf, versamento delle quote del canone Rai, riduzione degli oneri pagati ai concessionari della riscossione, risparmi sul sistema informatico di ristrutturazione degli immobili.

Tagli per ridurre il deficit. Ai fini del deficit, altri tagli sono per 170 milioni dal ministero dello Sviluppo Economico (tra i capitoli i fondi per il programma aree urbane), 400 dal ministero dell’Economia, 200 dall’Interno (tagli alle voci indennità e anche risparmi sui Vigili del Fuoco), 100 dalla Giustizia (Contributi ai comuni e tagli alle intercettazioni), 110 dai Trasporti (su autotrasporto ed Enac), 70 dalle Politiche Agricole (sugli sconti del gasolio agricolo), 35 dalla Salute, 30 dagli Affari Esteri (sui contributi obbligatori erogati ad organismi internazionali come l’Onu), 20 dall’Ambiente (sul fondo per i cambiamenti climatici).

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