Montepaschi, Fondazione nega vendite. Ma titolo Mps boom in Borsa

di Domenico Mugnaini (Ansa)
Pubblicato il 7 Marzo 2014 - 06:52 OLTRE 6 MESI FA
Montepaschi, Fondazione nega vendite. Ma titolo Mps boom in Borsa

Montepaschi, Fondazione nega vendite. Ma titolo Mps boom in Borsa (foto LaPresse)

(Ansa) – SIENA  – Una partenza a razzo con una frenata piuttosto brusca per il titolo di Banca Monte dei Paschi che oggi (6 marzo, ndr) ha chiuso a -1,77, a 0,21 euro, dopo il gran boom registrato di ieri quando aveva toccato quasi +20%. Ma nel mercato oggi sono passati 1,806 miliardi di azioni, pari al 15,5% del capitale, addirittura superiore al 12% scambiato ieri, con il titolo, in estrema volatilità subito stoppato in apertura per eccesso di rialzo, e poi riammesso.

La frenata è arrivata solo dopo la comunicazione della Fondazione Mps che, su richiesta della Consob, ha precisato di non aver “eseguito ieri alcuna transazione in Borsa né di aver siglato alcun contratto di compravendita sulla quota nella Banca Mps”. La partecipazione dell’ente nella banca, spiega la nota, è al 5 marzo pari al 31,48%. Una smentita che per la verità ha frenato il titolo solo dopo oltre un’ora stoppandosi poi dopo la precisazione del fondo americano Och Ziff, indicato come uno dei possibili compratori di importanti pacchetti da alcuni quotidiani: un suo portavoce ha detto che il fondo “non ha comprato l’8%” di banca Mps. Nonostante ciò le voci si sono rincorse per tutta la giornata e qualche analista non esclude che nei prossimi giorni (5 di Borsa aperta a partire da ieri secondo il regolamento), non arrivi qualche comunicazione ufficiale su un passaggio di titoli.

Cosa su cui vigila la Consob. Del resto che la presidente della Fondazione Mps, Antonella Mansi, debba vendere gran parte del capitale prima della ricapitalizzazione da 3 miliardi decisa dalla banca, e quindi entro la fine di maggio (anche per ripianare il debito con un pool di banche da 340 mln), non è un segreto. E con il titolo che comunque è a valori ben superiori a 15 giorni fa, e lo spread sempre ai minimi, il momento potrebbe essere favorevole. Non è da escludere, inopltre, che qualche socio privato abbia venduto una parte della sua partecipazione dando il via all’ondata speculativa che, come ha sottolinenato oggi il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, sta favorendo la Fondazione, “per la quale io faccio il tifo” ha aggiunto.

Inutile, anche oggi, al di là della nota, cercare notizie dirette da Palazzo Sansedoni dove il direttore Enrico Granata è rimasto a lavoro fino a tardi come, per la verità, è sua abitudine. Intanto, anche oggi, al tribunale di Siena nuova puntata delle vicende legate alle inchieste sul Monte. Il gup Monica Gaggelli ha aperto la prima udienza per l’inchiesta principale sull’acquisizione di Antonveneta, che vede imputate 8 persone (tra le quali l’ex presidente Giuseppe Mussari), più la banca d’affari JP Morgan. Secondo l’accusa sarebbero colpevoli, a vario titolo, di manipolazione del mercato, ostacolo all’autorità di vigilanza, false comunicazioni sociali. Mussari è accusato anche di insider trading.

Dopo aver unificato un fascicolo stralcio a quello principale, il gup ha rinviato l’udienza al 27 marzo. Deciderà allora anche se ammettere le parti civili che già oggi si sono presentate: Banca d’Italia, Consob, Mps (solo nei confronti delle persone fisiche), diverse associazioni di consumatori, soci e piccoli azionisti. Domani nuova udienza del processo sul derivato Alexandria, dove gli imputati sono Mussari, l’ex dg Antonio Vigni e l’ex capo area finanza Gianluca Baldassarri, accusati di aver nascosto alle Autorità di vigilanza il mandate agreement, il contratto, stipulato tra Mps e Nomura per la ristrutturazione di Alexandria. Intanto Antonella Tognazzi, vedova di David Rossi, l’ex capo area comunicazione di Mps che si uccise la sera del 6 marzo 2013, in un’intervista andata in onda stasera al Tg1 ha detto di aspettare ancora “risposte” perchè “David non aveva motivo di uccidersi”. Proprio ieri il gip Monica Gaggelli ha archiviato l’inchiesta aperta dai pm senesi dopo la morte del giornalista. Contro l’archiviazione si era opposta la vedova. .