Montepaschi, voci sui fondi e il titolo vola in Borsa: +10%

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 00:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 15 FEB – Fondazione Mps presenta il piano di ristrutturazione del debito alle banche, che apprezzano l'annuncio della cessione del 15% della banca (si parla dei fondi Equinox e Clessidra) ma definiscono l'incontro 'interlocutorio', e attendono ora l'effettiva vendita che possa abbattere il debito da 900 milioni di euro con il sistema creditizio.

La Borsa comunque festeggia la storica svolta e il titolo dell'istituto di credito e' balzato del 10,55% a Piazza Affari. Intanto a Siena prosegue il dibattito fra le forze politiche e sociali per esprimere il successore di Giuseppe Mussari, che lascera' l'incarico all'assemblea di aprile. La candidatura dell'ex ad di Unicredit Alessandro Profumo rimane in buona posizione. Il manager starebbe meditando l'offerta, riferiscono fonti qualificate, ma su di lui pesa il rischio di un rinvio a giudizio da parte del Gup di Milano per la vicenda Brontos, mentre diverse voci indicano che Equinox, nel suo ruolo di nuovo 'socio forte', potrebbe candidare il suo patron Salvatore Mancuso.

Intanto la francese Bnp si chiama fuori da ogni speculazione di interesse per Siena che avrebbe riesumato il vecchio progetto di fusione con Bnl. E anche l'ad di Unicredit Federico Ghizzoni spiega: ''in Italia stiamo bene come siamo. Se la fondazione intende cedere parti di Monte Paschi per noi non ci sono problemi di sorta. Non siamo coinvolti nel discorso e nemmeno preoccupati, anzi ci auguriamo che possano venderle con successo, se questa e' la decisione''.

Ma a parte i problemi della banca alle prese con l'Eba, il ciclo economico negativo e il piano di rilancio gestito dal nuovo dg Fabrizio Viola, i nodi piu' intricati restano al piano superiore. La Fondazione Mps ha varcato il Rubicone decidendo la discesa sotto la maggioranza assoluta (mantenendo quella di blocco sopra il 33%) per fare fronte al debito di 1 miliardo acceso proprio per non perdere la presa sulla banca con l'aumento di capitale da 2 miliardi. Nell'incontro con le banche creditrici diverse fonti sottolineano come da parte degli istituti ci sia stato apprezzamento per una decisione a lungo rinviata, ma ora si attende l'effettiva realizzazione e la tempistica dell'operazione che deve prima passare al vaglio del Tesoro, cui spetta la vigilanza sulle fondazioni e che aveva chiesto chiarimenti gia' a novembre scorso. I tempi previsti sono 30 giorni, a ridosso quindi della scadenza di meta' marzo stabilita nella moratoria di dicembre con le banche.

L'Ente punterebbe a cedere fino al 15% dell'istituto di credito in due tranche a 'controparti' strategiche che vengono individuati nei due fondi Equinox e Clessidra, non nuovi a operazioni di sistema. Piu' difficile appare l'ipotesi di un prestito 'ponte' da parte delle banche italiane per sostituirsi agli istituti creditori stranieri (restii a concedere nuove dilazioni o diluizione delle rate), e concedere piu' tempo alla Fondazione visti i tempi non facili e l'entita' della cifra in ballo.

Il pallino e' ora quindi nelle mani dell'Ente senese, che dovra' concretizzate le misure contenute nel piano di rientro dal debito e dimostrare concretamente la capacita' di cedere la quota del 15% che, a valori attuali di Borsa, vale circa 500 milioni di euro.