Anche Moody’s ci boccia: declassato il rating dell’Italia

Pubblicato il 4 Ottobre 2011 - 22:39 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’agenzia di rating Moody’s ha declassato l’Italia. Dopo Standard&Poor’s, un’altra agenzia ha dato un voto negativo al nostro debito pubblico e alle prospettive di crescita. Da AA2 ora l’Italia è passata ad A2.

E’ un colpo annunciato quello di Moody’s, la voce di un declassamento girava da tempo. Ora si aggiunge a quello di S&P, che il 20 settembre scorso aveva preso di mira il nostro Paese soprattutto per l’economia debole e l’incertezza politica declassando il nostro debito da A+ ad A.

Nel giugno scorso Moody’s aveva messo sotto osservazione l’Italia: “Le prospettive di crescita per l’economia del Paese nei prossimi anni saranno decisive per determinare le entrate del governo e gli obiettivi di risanamento”.

L’agenzia ha giustificato il taglio del rating con parole che suonano come un avviso di sfratto all’esecutivo: “L’Italia paga le incertezze economiche e politiche” che mettono a rischio il raggiungimento da parte del governo degli obiettivi di risanamento del bilancio. Moody’s dubita, insomma, che Berlusconi e i suoi ministri riescano a risanare il bilancio nostrano. Obiettivo che il governo si sforza di dichiarare invece alla portata. L’economia italiana, secondo l’agenzia, continua ad essere caratterizzata da ”debolezze strutturali”. Si tratta di ostacoli alla crescita ”che non possono essere rimossi velocemente”.Poi, la parola più temuta prende corpo: ”Il rischio di default dell’Italia è remoto”. Ma ”la vulnerabilità di questo Paese è aumentata”.

Non solo freddi numeri, quando le agenzie declassano parlano soprattutto ai governi. Il 20 settembre era stata S&P con la sua bocciatura a dare la sveglia al governo Berlusconi: troppi ritocchi alla manovra, interventi troppo timidi per colpa di una maggioranza divisa. Il risultato? L’Italia taglia il debito ma non lo fa abbastanza, fidandosi troppo dei benefici (eventuali) che potrebbe incassare dalla lotta all’evasione. E soprattutto, non cresce. Due importanti agenzie di rating danno un segnale preciso: con un passo indietro del governo l’Italia guadagnerebbe terreno. Lo dicono loro, lo hanno detto l’opposizione, fette della stessa maggioranza, gli industriali, gli enti locali. Oggi lo ha sussurrato lo stesso Tremonti: in Spagna è bastato a Zapatero dire che non si ricandiderà per tranquillizzare i mercati…

Oggi è stato il giorno di Moody’s, con considerazioni molto simili a quelle espresse 15 giorni fa dall’agenzia “collega”. Il declassamento è annunciato a tarda serata, i mercati ben chiusi. Ma a Palazzo Chigi suona, ancora una volta, l’allarme. Ecco il comunicato diffuso in pochi minuti. “La scelta di Moody’s era attesa, il governo sta lavorando”. Nessuna sorpresa, insomma. Poco dopo ecco il premier: ”Andiamo avanti, si lavora sulle misure per la crescita e proprio oggi l’Europa ha approvato quello che stiamo facendo”

Subito dopo il segretario del Pd Bersani commenta: “E’ una mazzata”. Ora l’attesa è tutta per la riapertura dei mercati finanziari. Nella speranza che mercoledì non arrivi un’ulteriore, pesante “mazzata”.