Mps, pm: “Ipotesi accordo tra Pd e Pdl”. Verdini: “Bufala totale”

Pubblicato il 19 Febbraio 2013 - 09:12| Aggiornato il 13 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

SIENA – Un  accordo tra il Pd di Siena e il coordinatore del Pdl Denis Verdini su Monte dei Paschi di Siena in vista delle elezioni amministrative del 2009: è l’ultima ipotesi degli inquirenti, che parlano di posti nei consigli di amministrazione e finanziamenti a imprese amiche in cambio di desistenza nei rapporti fra maggioranza e opposizione. Ma per Verdini si tratta di una “bufala totale”.

Per far luce su questo risvolto dell’inchiesta sono stati interrogati il segretario regionale del Pd toscano, Andrea Manciulli, e il coordinatore regionale di Fli, Angelo Pollina, entrambi candidati alla Camera.

I due politici sono stati interrogati su un documento datato 12 novembre 2008 che prevedeva “una sorta di patto” fra il deputato del Pd Franco Ceccuzzi e quello del Pdl Verdini su Mps “sulle controllate e sui rapporti politici”, scrive Repubblica. Nel documento compaiono i due nomi ma non le firme.

LE SMENTITE DI CECCUZZI E VERDINI – Ceccuzzi smentisce “categoricamente ogni tipo di accordo con Denis Verdini” e parla di “polpette avvelenate”. Anche Verdini parla di “polpette avvelenate”, definisce quello pubblicato dal Corriere della Sera uno “pseudo-documento” e diffida “chiunque dall’attribuirmi questa bufala totale”. “Questi magistrati, sostiene Verdini, seguono le chiacchiere e i falsi invece di indagare negli unici luoghi dove da sempre si è decisa la guida e la linea politica del Monte dei Paschi di Siena. Anche i muri sanno che le amministrazioni rosse della Toscana hanno sempre deciso, in via esclusiva le nomine dei vertici dell’Mps. Cercare ora di alterare e modificare la realtà, con invenzioni fantascientifiche dà il segno del grado di disperazione della sinistra e della contiguità con essa di parte della magistratura Toscana. Mi riservo di perseguire ogni via legale contro chiunque persevera ad attribuirmi un qualsiasi ruolo – che non sia di critica – in uno scandalo che si e’ solo ed esclusivamente consumato all’interno della sinistra e del Pci-Pds-Ds-Pd”.

LE INDAGINI A MILANO – A Milano intanto è stato confermato l’arresto dell‘ex capo dell’area finanza di Mps, Gianluca Baldassarri. Secondo il giudice per le indagini preliminari, “i vertici di Mps erano consapevoli delle operazioni in derivati che stavano portando avanti e ne hanno nascosto i contratti nel corso delle ispezioni della Banca d’Italia”.

In altre parole, secondo il gip di Milano ad occultare i contratti pericolosi a rischio sottoscritti con la banca giapponese Nomura sarebbero stati anche l’ex presidente Giuseppe Mussari e l’ex direttore generale Antonio Vigni. 

Il gip cita Antonio Vigni che, interrogato, avrebbe detto: “Ho custodito la lettera nella mia cassaforte perché Baldassarri mi aveva detto che era un documento delicato. Mi sono sempre fidato di lui. La ristrutturazione di Alexandria è stata seguita da Baldassarri, il quale mi ha detto che era opportuno sostituire il sottostante di quel veicolo perché legato al mercato americano, in quel periodo particolarmente a rischio”.

A Vigni non risulta “che Jp Morgan sia stata coinvolta, sia pure a livello di trattative, nell’operazione Alexandria”. Poi precisa: “L’unico documento che lega la complessa operazione condotta con Nomura è la lettera di mandato. Rispetto a ciò mi assumo ogni responsabilità, nel senso che avevo compreso che quella lettera legava le operazioni e che Mps si impegnava a realizzare una piena disclosure dei termini effettivi dell’operazione. Al presidente Mussari dissi che si trattava di un’operazione utile per la banca e che era necessario fare una conference call con quelli di Nomura perché la banca giapponese voleva essere garantita che noi avessimo compreso tutti i termini dell’operazione”.

Sul contratto con Nomura pesano anche le parole di un altro ex funzionario dell’area finanza di Mps, Gianni Contena. Avrebbe detto ai pm che nel luglio 2009 Baldassarri gli consegnò una bozza del contratto tra Nomura e Mps, dicendogli: “Questo contratto non esiste”. Secondo Baldassarri, invece, in banca tutti erano a conoscenza dell’accordo.