Mutui per la casa, all’Italia il record negativo: 9mila euro in più della media Ue

Pubblicato il 2 Gennaio 2011 - 15:50 OLTRE 6 MESI FA

Mutui alle stelle per le famiglie italiane. Nel nostro paese, infatti, sottoscrivere un finanziamento per l’acquisto di una casa costa 9.000 euro in più rispetto all’Europa. In altre parole, è come se le famiglie italiane, quando quelle europee hanno già finito di rimborsare le rate, dovessero continuare a pagare il mutuo per altri dodici mesi.

E’ quanto rileva l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, sottolineando anche che il differenziale tra il costo dei mutui in Italia e in Europa costituisce un ostacolo alla ripresa del mercato immobiliare italiano.

Da una simulazione, che prende come base di riferimento i tassi sui mutui alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione della Bce, e in cui si ipotizza di sottoscrivere a settembre un finanziamento per l’acquisto della casa in Italia e nell’area Euro pari a 150.000 euro per una durata di 25 anni, emerge che le famiglie italiane sono costrette a pagare 9.000 euro in più rispetto all’Europa, spiega l’Associazione dei costruttori edili nel rapporto ‘Il credito nel settore delle costruzioni in Italia’.

”E’ come se le famiglie italiane pagassero un mutuo per dodici mesi in più rispetto a quelle europee”, sottolinea l’Ance, precisando che questo avviene ”nonostante la rischiosità delle famiglie italiane sia rimasta molto bassa dall’inizio della crisi ad oggi, al contrario di quanto accaduto in molti paesi europei, caratterizzati da un forte indebitamento individuale”.

Più in generale, sottolinea l’Ance, in Italia ”continua a pesare il differenziale” con l’Europa sul costo dei mutui erogati a tasso fisso alle famiglie per l’acquisto di abitazioni: mentre in Eurolandia a settembre i tassi medi sui mutui erano al 3,74%, in Italia la media era pari al 4,1%, pari ad un differenziale dello 0,36%.

Il margine a settembre si è tuttavia ridotto, dopo aver raggiunto il massimo ad agosto (0,69%). Ma quello che colpisce, evidenzia l’Ance, è ”la resistenza a scendere (inelasticità) dei tassi d’interesse rispetto all’Irs 10 anni (tasso base di indicizzazione, ndr.): il differenziale è aumentato sensibilmente”, arrivando ad agosto a toccare +1,9%.

Inoltre, ricordano i costruttori, come certifica Banca d’Italia nell’ultima relazione annuale, i tassi italiani sono sensibilmente maggiori rispetto a quelli praticati in tutti gli altri principali Paesi dell’Eurozona, esclusi i Paesi Bassi. ”Questo differenziale – conclude l’Ance – di certo non contribuisce ad una ripresa del mercato immobiliare italiano e provoca un peggioramento nella competitivita’ del Paese”.

Il settore delle costruzioni continua ad avere problemi nell’accesso al mercato del credito: permane infatti la stretta creditizia, spiega l’Ance, precisando che a settembre più di un imprenditore su tre dichiarava forti difficoltà ad accedere ai finanziamenti. Nel primo semestre 2010 emerge tuttavia un rallentamento della caduta dei mutui erogati alle imprese di costruzioni nel 2009 e nel 2008.