Mutui, con Euribor ai massimi stangata da 450 euro l’anno

Pubblicato il 4 Maggio 2011 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – C’è un nemico invisibile per le famiglie italiane alle prese con le rate del mutuo variabile, quello più utilizzato nel nostro Paese: il tasso Euribor è ai massimi e continuerà a crescere. Continua, infatti, inarrestabile la corsa al rialzo dell’Euribor a tre mesi, ossia il tasso che le banche applicano fra loro per i prestiti trimestrali e che viene preso come riferimento per indicizzare i mutui. Oggi ha superato la soglia dell’1,4% per la prima volta da oltre due anni a questa parte salendo all’1,402% dall’1,395% di ieri, segnando il livello più alto dal 23 aprile 2009. Tradotto: una famiglia con un mutuo medio (130 mila euro, 20 anni, stipulato a inizio 2008) si troverà a pagare nell’anno in corso 8.331 euro, 453 in più rispetto a quanto versato nel 2010. Un rincaro del 5,8%  che cresce per i prodotti trentennali (510 euro, +9%) e che rappresenta un elemento di ansia in più per chi a fatica riesce a compensare il mutuo con il reddito.

Ma cos’è questo famigerato tasso Euribor? Niente più di un sistema di misurazione, aggiornato sulle scelte della Banca Centrale europea. Detto in soldoni, l’Euribor è un tasso di riferimento, calcolato giornalmente, che indica il tasso di interesse medio delle transazioni finanziarie in Euro tra le principali banche europee. In questo momento Euribor sta salendo costantemente perché segue le mosse della Bce. L’orientamento attuale del banchiere centrale è quello di ridurre la liquidità messa in circolo per scongiurare il collasso del sistema finanziario. Per questo sta progressivamente alzando il costo del denaro. La gran parte degli analisti concorda sull’ineluttabilità di altre due mosse da 25 punti base da qui a fine anno, una a luglio e l’altra in autunno. I mercati si attendono che il tasso Euribor supererà la soglia del 3% a settembre del 2013. Le rate dei mutui indicizzate si muoveranno di conseguenza: i prodotti più recenti (quelli a maggior capitale residuo) subiranno gli aumenti più sensibili.

Per il Codacons ”è di fondamentale importanza che la Bce non alzi più il costo del denaro fino alla fine dell’anno” ma questa ipotesi “è improbabile se i governi europei, a cominciare da quello italiano, non decideranno finalmente di intervenire sul fronte prezzi, per combattere l’inflazione con politiche fiscali”, sottolinea l’associazione.

Intanto, secondo uno studio di mutui.it, emerge che in Italia più di un mutuo su dieci richiesto per l’acquisto della prima casa arriva da cittadini stranieri. In testa alla richieste vi sono i cittadini rumeni (32,4% del totale). L’immigrato che vuole comprare la sua prima casa in Italia richiede, in media, secondo lo studio, 132.000 euro (pari all’80% del valore dell’immobile da acquistare). Se confrontati con i valori medi italiani delle richieste di finanziamento per l’acquisto della prima casa, questi dati evidenziano l’interesse dei cittadini stranieri per immobili di valore inferiore rispetto alla media (165.000 contro 200.000 euro) e il bisogno di un finanziamento maggiore (mediamente si vuole finanziare solo il 75% del costo totale dell’immobile).