Natuzzi, raggiunto accordo: esuberi ridotti da 1.726 a 1.506

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Ottobre 2013 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA

Natuzzi, raggiunto accordo: esuberi ridotti da 1.726 a 1.506ROMA – Natuzzi, accordo raggiunto: le produzioni spostate in Romania tornano in Puglia e Basilicata. Gli esuberi strutturali, hanno spiegato i sindacati, si ridurranno subito da 1.726 a 1.506. Di questi, altri 650 saranno rioccupati entro il 2014, altri 200 entro il 2018, con la creazione di due newco.Mobilità volontaria per circa 600.

 

Il egretario nazionale Feneal-Uil Fabrizio Pascucci ha parlato di un “accordo storico, perché riporta in Italia le lavorazioni che erano state delocalizzate in Romania, grazie al fatto che i sindacati si sono resi disponibili ad una politica salariale moderata (senza ulteriori richieste aggiuntive rispetto al contratto nazionale per almeno tre anni) con flessibilità sugli orari e maggiore produttività”.

Giovedì 10 ottobre ci sarà la firma ufficiale al ministero dello Sviluppo economico con l’azienda, le regioni Puglia e Basilicata (dove la Natuzzi è presente) ed i sindacati. Dopo i sindacati si sposteranno al ministero del Lavoro per siglare la proroga della cassa integrazione straordinaria, per ‘riorganizzazione complessa’, che sarà richiesta per 2.000 persone per un anno (fino ad ottobre 2014) e che per un periodo sarà a rotazione.

“Dei 1.726 esuberi strutturali inizialmente annunciati dall’azienda dei divani, ha spiegato il segretario della Feneal-Uil, 220 saranno subito ricollocati nello stabilimento di Jesce (Matera), dove invece era stata quasi azzerata la produzione, recuperando così anche questo sito e riducendo da subito gli esuberi a 1.506. Di questi, 500 lavoratori saranno rioccupati entro il 2014 riportando lavorazioni dalla Romania (dove il sito non sarà comunque chiuso) in Puglia e in Basilicata, con la costituzione di una nuova società a gennaio: l’indicazione dei sindacati è di puntare soprattutto su Ginosa (Taranto), dove la fabbrica entro novembre sarà chiusa, in modo da rimetterla in piedi con la newco. Altri 200 lavoratori saranno ‘recuperati’ entro il 2018, sempre nell’ambito di questa newco. Ancora altri 150, con la creazione di una seconda newco, saranno rioccupati sempre entro il 2014. Inoltre – conclude Pascucci – per circa 600 persone è prevista la mobilità volontaria, con un esborso da parte dell’azienda di circa 18 milioni (in media 30mila euro lordi a lavoratore)”.