Statali, nuovo contratto: la beffa dell’aumento. Per 360mila gli 85 euro in più cancellano gli 80 del bonus Renzi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Agosto 2017 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
Nuovo contratto: la beffa dell'aumento per 360mila statali. 85 euro in più cancellano gli 80 del bonus Renzi

Nuovo contratto: la beffa dell’aumento per 360mila statali. 85 euro in più cancellano gli 80 del bonus Renzi

ROMA – Nuovo contratto: la beffa dell’aumento per 360mila statali. 85 euro in più cancellano gli 80 del bonus Renzi. L’agognato rinnovo del contratto nella pubblica amministrazione rischia di risolversi in una beffa per 363mila dipendenti, quelli nella fascia di reddito tra 22 e 26mila euro annui, quelli cioè che si trovano in busta paga anche gli 80 euro del cosiddetto bonus Renzi.

La questione aritmetica è semplice, quella politica decisamente meno: i previsti 85 euro medi di aumento previsti dalla finanziaria aumentano anche la quota di reddito che diventa suscettibile quindi di superamento della soglia limite fuori dalla quale gli 80 euro non vengono più erogati. Concentrati soprattutto nella sanità e negli enti locali, i dipendenti interessati si ritroverebbero una busta paga paradossalmente più leggera, anche perché gli 85 euro di aumento sono lordi, il bonus invece non è tassato.

Soluzioni? Enrico Zanetti, segretario di Scelta Civica, ha studiato un meccanismo di progressività. “La questione di questi giorni del problematico raccordo tra aumenti salariali e bonus 80 euro, per chi è nella fascia di reddito tra 23.000 e 25.000 euro, dimostra una volta di più la necessità di fare quello che ripetiamo sin da quando il bonus fu reso strutturale: dargli la forma e non solo la sostanza di maggiore detrazione di lavoro dipendente e renderlo pieno fino a 22.000 euro invece che fino a 24.000, ma farlo decrescere gradualmente fino a 28.000, invece che fino a 26.000”, ha scritto Zanetti.

“In questo modo, a costo zero in termini di coperture – prosegue -, si limiterebbero significativamente sia i problemi connessi agli aumenti salariali per chi è nella fascia alta vicina ai 26.000 euro, sia i problemi connessi alla restituzione della maggiore detrazione fruita per chi è nella fascia bassa vicina agli 8.000 euro. Inoltre, si otterrebbe di togliere 9 miliardi di euro sia dal lato entrate tributarie, sia dal lato spesa corrente, rendendo più chiaro e più performante il bilancio dello Stato”. “Non fare questa cosa rientra tra le vere e proprie ottusità della politica”, conclude.