Usa. Obama, No compromessi su più tasse per i ricchi, crescita ancora debole

Pubblicato il 7 Gennaio 2013 - 17:24 OLTRE 6 MESI FA
Il presidente Barack Obama

WASHINGTON, STATI UNITI – ”Non faro’ alcun compromesso” su maggiori tasse per i ricchi e sull’aumento del tetto del debito pubblico Usa: ”se il Congresso non concedera’ agli Stati Uniti la capacita’ di pagare i propri conti in tempo, le conseguenze per l’economia globale saranno catastrofiche”.

Usa toni durissimi, Barack Obama, rivolgendosi ai parlamentari di Capitol Hill, nel primo messaggio del 2013, il primo dopo l’accordo bipartisan raggiunto in extremis per evitare il precipizio fiscale. Come aveva fatto a caldo, nei minuti successivi al quel voto, Barack Obama ribadisce che la lotta per rilanciare l’economia e’ ancora all’inizio.

Quello che argina il fiscal cliff, il baratro fiscale che avrebbe mandato in tilt l’economia con aumenti delle tasse e riduzioni della spesa, disse parlando alla Casa Bianca, era solo ”il primo passo”, certamente non risolutivo. E i fatti confermano il suo pessimismo: malgrado i dati sull’occupazione siano leggermente promettenti, la crescita americana si conferma al rallentatore. E rimarra’ cosi’ se non si affronta il nodo centrale del risanamento dei conti pubblici. Per ripartire, incalza anche oggi l’inquilino della Casa Bianca serve uno sforzo di tutti.

Con queste premesse Obama lancia l’ennesimo appello bipartisan: ”Dobbiamo lavorare insieme per far crescere la nostra economia e ridurre il deficit e il debito”, afferma, rivolgendosi al nuovo Congresso in vista del confronto per l’aumento del tetto del debito e i tagli alle spese. ”Se ci concentriamo sugli interessi del Paese – aggiunge – sono convinto che possiamo tagliare la spesa e aumentare le entrate tutelando la classe media, non possiamo permetterci che l’incertezza continui ancora per molto: gli scontri e le divisioni a Capitol Hill hanno finora provocato una crisi di fiducia tra gli imprenditori e i consumatori”.

Un messaggio largamente incentrato sui temi dell’economia, che pero’ tocca anche i due punti che Obama vuole imporre come priorita’ ai lavori del Congresso, gia’ entro questo mese di gennaio: riformare l’immigrazione e proteggere i bambini dall’orrore della violenza delle armi da fuoco con leggi piu’ restrittive.

Saranno questi i punti principali dell’agenda del suo secondo mandato, che dettagliera’ a fine mese nel discorso dello ‘Stato dell’Unione’, il tradizionale appuntamento di inizio anno, in cui ogni presidente di fronte alle camere riunite in seduta comune e ai giudici della Corte Suprema dettaglia  i punti del suo programma e su come intende affrontarli. Lunedi Obama è di nuovo a Washington, dopo avere lasciato, nella serata di sabato, assieme alla First Family, le Hawaii dove ha trascorso le sue brevi ferie natalizie.