Crisi, Obama contro banche: “Ridate i soldi ai contribuenti americani”

Pubblicato il 14 Gennaio 2010 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA

La Casa Bianca contro le istituzioni finanziarie: rivogliamo ogni moneta che il popolo americano possedeva

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama propone una «tassa sulla responsabilità della crisi finanziaria da imporre alle maggiori società finanziarie Usa». Un piano per evitare «giganteschi profitti» e «osceni bonus» in quelle stesse istituzioni finanziarie che con i loro comportamenti hanno innescato la crisi e che «devono la loro sopravvivenza al popolo americano».

«Rivogliamo i nostri soldi, e ce li riprenderemo», ha detto seccamente Obama  in un breve discorso pronunciato alla Casa Bianca. Il suo piano, ha detto, non ha l’obiettivo di punire le banche, ma di impedirne gli eccessi, inclusi i bonus straordinari ai dipendenti che il presidente ha definito «osceni».

Le prime cinque banche di Wall Street hanno raccolto utili pari a 30 miliardi di dollari nei primi tre trimestri del 2009, e si preparano ora ad elargire ai propri dirigenti bonus paragonabili agli anni del boom. Scenario non accettabile per Obama che ha risposto con la proposta di una tassa sulla crisi alle banche Usa aiutate con fondi pubblici per evitare il ripetersi della crisi.

Il  progetto del presidente, in ogni caso,  riguarderà soltanto le maggiori istituzioni finanziarie, quelle con asset superiori ai 50 miliardi di dollari. Il 60% della tassa, in base ai calcoli della Casa Bianca, sarà fornita dalle 10 maggiori banche del paese. Obama calcola in circa 117 miliardi di dollari in 12 anni le somme da recuperare.

Le grandi banche americane hanno deciso di passare all’attacco contro la proposta di tassa di responsabilità per la crisi, annunciata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

Secondo il quotidiano online “Politico” gli istituti finanziari sostengono che la tassa avrà effetti negativi sull’economia costando fino a 1.000 miliardi di dollari in prestiti perduti. Un banchiere ha spiegato al quotidiano che «il denaro raccolto dall’erario verrà tolto al sistema bancario ed ogni dollaro di capitale ne genera 10 in prestiti». E siccome Obama punta a recuperare intorno ai 100 miliardi di dollari, i prestiti perduti saranno intorno ai 1.000 miliardi.

Il nuovo piano è stato varato mentre il settore bancario si prepara ad annunciare nuovi giganteschi bonus per i manager che arrivano nel pieno dell’impatto della crisi sull’economia reale e che hanno scandalizzato l’opinione pubblica di fronte ad una disoccupazione arrivata al 10%.

Il nome del provvedimento, «tassa sulla responsabilità della crisi finanziaria» è emblematico del giudizio dell’amministrazione Obama, che attribuisce all’industria finanziaria la colpa della peggiore crisi dai tempi della Grande Depressione del 1929.