Introdurre l’obbligo per la Pubblica amministrazione di rispettare i termini di pagamento nei confronti dei privati: è questo l’obiettivo al quale punta un emendamento alla Carta dei doveri della P.a. a prima firma Oriano Giovanelli e Gianclaudio Bressa (Pd) approvato in commissione Affari costituzionali alla Camera.
Il provvedimento, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso autunno come ‘collegato’ alla Finanziaria che e introduce alcune misure per la semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con cittadini e imprese e delega al governo per l’emanazione della Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche, dovrebbe approdare in Aula a Montecitorio entro la fine di questo mese.
Tra le modifiche presentate perlopiù dal relatore (Andrea Orsini, Pdl) che hanno già incassato il primo sì dei deputati spunta la cancellazione della deroga al blocco delle assunzioni per chi assume funzioni dirigenziali a tempo, nonché la cancellazione di alcune norme volte a semplificare le procedure per la gestione dei rifiuti di apparecchiature elettroniche. Con una modifica all’articolo 7 relativo alle semplificazioni della denuncia di infortunio o malattia professionale viene poi abolito l’obbligo di tenuta del Registro degli infortuni previsto da un decreto del presidente della Repubblica.
Con alcune modifiche approvate durante i lavori della commissione Affari costituzionale della Camera al ddl per la semplificazione della P.A arriva anche un Comitato (a costo zero) per “il coordinamento delle metodologie della misurazione e della riduzione degli oneri amministrativi”.
Nel frattempo diventa più flessibile la richiesta di ridurre le spese che incombe su Regioni, province e comuni: l’obiettivo resta un taglio del 25% ma tale riduzione sarà “progressiva”, si legge nel testo dell’emendamento approvato. Sempre sulla strada della semplificazione dei rapporti tra P.a. e cittadini, si punta a eliminare gli obblighi informativi “non necessari o sproporzionati ai fini della tutela dell’interesse pubblico riducendo in particolare quelli delle piccole e medie imprese”.
Viene infine previsto che una quota pari al 40% delle risorse stanziate per la formazione presso le amministrazioni pubbliche centrali confluisca presso un fondo ad hoc destinato a finanziarie i programmi di aggiornamento professionale.