OCSE, ITALIA: CONTI PUBBLICI A RISCHIO CAUSA TAGLI ICI E IRAP

Pubblicato il 4 Giugno 2008 - 01:49 OLTRE 6 MESI FA

I conti pubblici italiani potrebbero «deteriorarsi» nel 2008, come effetto del rallentamento della crescita e delle misure di aumento del deficit, compreso il taglio dell’Ici e dell’Irap. Lo afferma l’Ocse nell’Economic Outlook, prevedendo per quest’anno un rapporto deficit/pil al 2,5% e per il 2009 al 2,7% (era all’1,9% nel 2007). Secondo l’organizzazione «ci si potrebbe pentire» dei tagli alla pressione fiscale «se i recenti miglioramenti nella riscossione e il conseguente allargamento della base fiscale non saranno sostenuti».

CRESCITA – Secondo l’Ocse, il deficit pubblico italiano – che nel 2007 si è «nettamente ridotto» – dovrebbe tornare «a peggiorare nel 2008». Sempre secondo l’Ocse, l’economia italiana crescerà solo dello 0,5%. Dimezzata praticamente la precedente stima di una crescita dell’1,1% (già rivista al ribasso a marzo dall’1,3% stimato a fine 2007). Nel 2009 il prodotto interno lordo dovrebbe invece aumentare dello 0,9%. Nella Relazione unificata sull’economia, il Tesoro ha previsto a marzo una crescita dello 0,6% per quest’anno.

LOTTA ALL’EVASIONE – «La crescita relativamente debole della spesa pubblica – scrive l’Ocse – coniugata ad un aumento delle entrate fiscali ha permesso di nuovo di ridurre il debito nel 2007». Il miglioramento delle entrate nel 2007, scrive l’Ocse, «è dovuto in parte alle misure in corso di applicazione destinate a ridurre l’evasione fiscale ma anche alla modifiche delle disposizioni relative al Trattamento di fine rapporto (Tfr)». Dopo i miglioramenti registrati negli ultimi due anni, osserva l’organizzazione internazionale, «la situazione di bilancio dovrebbe deteriorarsi quest’anno a causa del rallentamento della crescita e delle misure che tendono a peggiorare il deficit. In particolare si tratta del taglio dell’Ici e dell’abolizione dell’Irap». Per quanto riguarda invece le spese, rileva l’Ocse, «i trasferimenti sociali e gli investimenti pubblici dovrebbero crescere». Per l’organizzazione internazionale «ci si potrà rammaricare» se la lotta all’evasione e il conseguente aumento della base imponibile «non si confermerà». Inoltre «nessun miglioramento dell’avanzo primario dovrebbe essere registrato nei prossimi due anni». Tuttavia, rileva l’Ocse, «la riduzione del rapporto debito/pil dovrebbe proseguire a un ritmo più lento».

LAVORO – Altro capitolo critico è quello dell’occupazione, che ha registrato miglioramenti fin dal 2002, ma a fine 2007 si è assistito a «una pausa – dice l’Ocse – quando la disoccupazione è calata al 6% e lì è rimasta. L’idebolimento dell’attività economica della prima metà del 2008 potrebbe avere un effetto negativo sulla creazione di posti di lavoro e potrebbe aver fatto aumentare il numero di disoccupati».

ZONA EURO – Più in generale, rileva l’Ocse, il pil nella zona euro dovrebbe crescere nel 2008 dell’1,7% e dell’1,4% nel 2009 contro il 2,6% del 2007. Nel primo trimestre dell’anno, il pil in Eurolandia dovrebbe registrare una crescita del 3,1% per poi crescere dello 0,2% nel secondo trimestre, dell’1,1% nel terzo e dell’1,2% nel quarto trimestre. Per quanto riguarda i principali paesi della zona euro, il pil della Germania dovrebbe crescere dell’1,9% nel 2008 e dell’1,1% nel 2009 dopo il 2,6% nel 2007. In Francia dovrebbe attestarsi rispettivamente a +1,8% e +1,5% contro il 2,1% nel 2007. In Spagna, dopo il 3,8% nel 2007, il pil dovrebbe crescere dell’1,6% nel 2008 e dell’1,1% nel 2009. In Italia il pil, +1,4% registrato nel 2007, dovrebbe crescere dello 0,5% nel 2009 e dello 0,9% nel 2009. Negli Stati Uniti il pil dovrebbe crescere dell’1,2% nel 2008 e dell’1,1% nel 2009 dopo il 2,2% che si dovrebbe registrare nel 2007.