Ocse, Italia pil lumaca fino al 2060. “Colpa invecchiamento popolazione”

Pubblicato il 9 Novembre 2012 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA

Ocse, Italia pil lumaca fino al 2060: “Complice anche l’invecchiamento della popolazione”

PARIGI – Il Pil italiano crescerà a un ritmo dell’1,4% in media nei prossimi 50 anni. Tra i più lenti del mondo industrializzato: è la proiezione di uno studio Ocse sulla crescita globale sul lungo termine che vede performance perggiori anche per la Germania (+1,1%) e il Giappone (+1,3%). ”Senza riforme ambiziose – avverte l’Ocse – rischiamo, anche tra 50 anni ‘squilibri globali pericolosi per la crescita”

Con questo trend il peso del Pil italiano sul totale mondiale scenderà dal 2,8% segnato nel 2008 all’1,8% nel 2020 e all’1,4% nel 2060. In base al rapporto alla stessa scarsa velocità dell’Italia avanzeranno Portogallo e Grecia e anche l’Austria. Nel dettaglio per la Penisola le proiezioni sono di una crescita dell’1,3% l’anno tra il 2011 e il 2030 seguita da 1,5% nei 20 anni successivi mentre la media Ocse al 2060 è del 2%. La crescita media del Pil pro capite sarà ancora inferiore situandosi all’1,35 nel 2011-2060, con un 0,9% tra il 2011 e il 2030 e un successivo 1,5%.

Spiega l’Ocse che i trend di crescita sono guidati dall‘invecchiamento della popolazione che eserciterà una pressione al ribasso sull’input di lavoro e sulla produttività. E l’Italia quanto a invecchiamento è al top: terza dopo, appunto, Giappone e Germania. Nel 2030 quattro italiani su 10 avranno compiuto più di 65 anni e nel 2060 non saremo distanti da quota 60%, il doppio rispetto ad oggi. In Giappone gli over 65 sfioreranno il 70% tra cinquant’anni e in Germania saranno il 60%.

All’orizzonte del 2060, l’organismo internazionale con sede a Parigi aggiunge che: “Un risanamento più spinto delle finanze pubbliche e riforme strutturali energiche potrebbero sia innalzare il livello di vita sia ridurre i rischi di sbandamento della crescita, riducendo gli squilibri globali”.

Presentando lo studio a Parigi, il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, si è detto comunque “ottimista e speranzoso” per le prospettive di lungo termine. Anche se nel 2060 l’economia di Cina e India “sarà più forte di quella di tutti i Paesi dell’Ocse”.