Ogm, nuovi usi nell’industria e nella farmaceutica

Pubblicato il 26 Luglio 2011 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 26 LUG – Si apre una nuova pagina nella storia delle piante geneticamente modificate. Se finora sono state messe a punto piante che, grazie a nuovi geni, sanno difendersi da erbicidi, parassiti e combattere malattie, ora la sfida e' trasformare le piante in fabbriche di sostanze utili all'industria, oppure in produttori di farmaci e vaccini.

E' il nuovo scenario emerso oggi a Roma, nel convegno sulla genomica e le biotecnologie applicate all'agricoltura organizzato da ministero delle Politiche a agricole e Consorzio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra).

Le biotecnologie per l'agricoltura stanno avanzando a grandi passi in tutto il mondo. Basti pensare che secondo gli ultimi dati disponibili, del 2010, nel mondo sono coltivati con Ogm 150 milioni di ettari di terreno e che dal 1996 ad oggi la superficie coltivata e' stata complessivamente di un miliardo di ettari in 29 Paesi.

Oggi ad ospitare le maggiori coltivazioni sono Stati Uniti, Brasile, Argentina e India; in Europa sono otto i Paesi piu' attivi in questo settore (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Romania, Svezia e Germania).

Molti di questi Paesi sono gia' pronti ad entrare nella nuova fase della ricerca sulle piante geneticamente modificate: dopo aver considerato le piante finalizzate all'alimentazione, modificate in modo da resistere agli attacchi di erbicidi, insetti e virus, adesso si punta alle piante geneticamente modificate in modo da produrre molecole o composti utili all'industria o per la produzione di farmaci o vaccini, ha spiegato Elisabetta Lupotto, del Cra.

Nuovi scenari ancora stanno per aprirsi con la possibilita' di avere a disposizione la mappa di genomi molto complessi, ma importantissimi, come quello del frumento, 17 volte piu' grande di quello del pomodoro e 35 volte piu' grande di quello della vite, ha osservato il direttore del Centro di ricerca per la genomica del Cra, Luigi Cattivelli. E una sfida ancora piu' grande sta per arrivare con la possibilita' di utilizzare quella grandissima parte del Dna (almeno il 90%) che non controlla la produzione di proteine, ma che e' un vero e proprio regista dei geni: ''e' il cosiddetto nuovo codice genetico e sta per aprire un campo completamente nuovo'', ha detto il presidente della Fondazione per le biotecnologie, Lorenzo Silengo.

L'Italia ha competenze scientifiche solide, tanto che a breve si prepara a sperimentare un riso geneticamente modificato in modo da produrre un vaccino. Tuttavia la ricerca italiana rischia di restare a guardare quanto accade altrove.

Dopo la decisione europea che lascia ogni Stato membro libero e autonomo nella decisione rispetto alle coltivazioni Ogm, il ministro delle Politiche agricole, Francesco Saverio Romano, ha detto oggi che ''l'Italia intende puntare sulla qualita'''e ''fare scelte volte a rafforzare il made in Italy''. ''In quest'ottica – ha aggiunto – ho detto di no agli ogm come coltivazione; nessuno ha fermato la ricerca, che va messa a disposizione di questo obiettivo''.

Completamente allineato con il ministero delle Politiche agricole e' il ministero della Salute: ''le competenze del ministero della Salute sono confinate alla sicurezza dei cibi'', ha detto il ministro Ferruccio Fazio.