Opere pubbliche: pronti 37 miliardi, “si possono creare 280mila nuovi posti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Agosto 2013 - 17:26 OLTRE 6 MESI FA

Opere pubbliche: pronti 37 miliardi, "si possono creare 280mila nuovi posti"ROMA – Opere pubbliche per far ripartire l’economia. Una risorsa ci sarebbe: 37 miliardi e mezzo di euro, già messi a disposizione e mai utilzzati (30 dai fondi Cipe, 5 chiusi nelle casse degli enti locali e lì fatti prigionieri dal Patto di stabilità interno, 2 miliardi e mezzo stanziati dal decreto del Fare). Lo ha scoperto una ricerca elaborata dal Centro studi Cna e dal Cresme che ha stilato una vera e propria classifica delle tipologie d’intervento.

E proprio sulla base di quella classifica gli artigiani ora propongono un piano d’attacco: partire subito con cinque progetti prioritari, per un totale di oltre 31 miliardi di euro. Cinque interventi d’urto in grado di generare in tempi brevi 280 mila posti di lavoro nell’edilizia e nell’indotto.

Ecco la “top five”: ricostruzione in Abruzzo (11 miliardi, oltre 100 posti di lavoro), ricostruzione in Emilia Romagna (9 miliardi, olte 82 mila posti di lavoro), riqualificazione dell’edilizia scolastica (2 miliardi, 18 mila posti di lavoro), nuovo Piano città (5 miliardi, 45 mila nuovi occupati), riqualificazione del territorio (4 miliardi, 36 mila posti).

Scrive quindi Repubblica:

Lo studio Cna-Cresme, partendo dai dati forniti all’Autorità di Vigilanza sui contratti pubblici concludeva infatti che “l’incidenza della manodopera impiegata direttamente negli appalti è pari in media al 29 per cento dell’importo totale degli appalti”. Tenuto conto “del costo medio annuo di un operaio del settore”, un solo miliardo investito in opere pubbliche crea in media 7.800 nuovi posti di lavoro.
Ma lo stesso miliardo ne genera 15 mila in caso di interventi di riqualificazione del patrimonio storico, 10 mila posti se investito in opere di restauro e manutenzione e 9 mila se impegnato nell’edilizia civile e scolastica.

Decidere ora come e quanto investire è una questione prioritaria anche per la necessità di dare fiato ad un settore, quello dell’edilizia, che più di ogni altro ha sofferto il protrarsi della crisi. Lo studio Cna-Cresme segnala infatti che, in valori reali, fra il 2005 e il 2012, gli investimenti in opere pubbliche si soni ridotti di 12,4 miliardi. E fra occupazione e indotto, ciò ha causato la perdita di 140 mila posti di lavoro. La tendenza, senza interventi d’urto nelle opere pubbliche, proseguirà nel 2013: Cna e Cresme stimano che alla fine dell’anno spariranno altri 53 mila posti di lavoro.