ROMA – La legge di stabilità si è chiusa, e con essa anche tutti gli interventi possibili in tema previdenziale. Compresa la sperimentazione di “opzione donna”: la possibilità cioè dell’accesso all’uscita anticipata per le lavoratrici con 57 anni e tre mesi di età (58 e tre mesi per le autonome) e 35 anni e tre mesi di contributi. Al momento i requisiti restano questi, per cui sono escluse le donne che, con gli stessi requisiti, compiono però gli anni nell’ultimo trimestre del 2015 (per l’incremento dovuto all’attesa di vita).
L’ultimo emendamento lascia qualche speranza perché la misura venga estesa nella durata, cioè che la sperimentazione di questa forma di uscita anticipata potrà essere rifinanziata nei prossimi anni.
Un emendamento alla legge di Stabilità approvato ieri prevede che la sperimentazione del pensionamento anticipato delle lavoratrici con 57 anni e 35 di contributi (58 anni se autonome) potrebbe proseguire in caso di risparmi sulla spesa finora stimata. Viene disposto anche un monitoraggio annuale sull’attuazione della misura da effettuarsi entro il 30 settembre. In caso di minori spese certificate dai ministeri dell’Economia e del Lavoro i risparmi saranno utilizzati per interventi in materia previdenziale, compresa appunto la proroga della sperimentazione.
Resta da capire, perché il testo dell’emendamento non lo esplicita (anzi lo esclude) se l’estensione riguarderà anche le nate nell’ultimo trimestre 2015: dovranno sperare che il Governo tolga quei tre mesi dal testo, e comunque aspettare la fine di settembre per sapere se il “contatore” ha registrato i risparmi attesi.
“I fondi ci saranno”. L’emendamento rappresenta una mediazione tra le esigenze finanziarie del governo e la richiesta, pressante, da parte della commissione Lavoro e delle donne del Pd di prorogare anche dopo il 2015 la sperimentazione di Opzione Donna, che scadeva entro il 31 dicembre. “Sono convinto – ha detto il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano (Pd) – che i 2,5 miliardi per le 36.000 donne sono sovrastimati e che quindi sia scontato che ci sarà una proroga così come è accaduto in passato con le norme sulla salvaguardia”
Viene previsto che “sulla base dei dati di consuntivo e di monitoraggio, effettuato dall’Inps, il ministro del lavoro” trasmette alle Camere entro il 30 settembre una relazione sulla sperimentazione Opzione Donna “con particolare riferimento al numero delle lavoratrici interessate e agli oneri previdenziali conseguenti”, verificando gli oneri “con le relative previsioni di spesa”.
“Qualora dall’attività di monitoraggio – prosegue l’emendamento – dovesse risultare un onere previdenziale inferiore rispetto alle previsioni di spesa, anche avuto riguardo alla proiezione negli anni successivi, con successivo provvedimento legislativo verrà disposto l’utilizzo delle risorse non utilizzate per interventi con finalità analoghe (di tipo previdenziale. ndr), ivi compresa la prosecuzione della medesima sperimentazione (di Opzione donna, ndr)”.