Oro. La grande paura: Germania, Olanda, Russia lo riportano in Patria

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Dicembre 2014 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Oro. La grande paura: Germania, Olanda, Russia lo riportano in Patria

Oro. La grande paura: Germania, Olanda, Russia lo riportano in Patria

ROMA – Oro. La grande paura: Germania, Olanda, Russia lo riportano in Patria. La banca centrale olandese ha appena rimpatriato 122 tonnellate di oro, del valore di 4 miliardi. La Germania sta proseguendo il piano di rientro dell’oro tedesco iniziato nel 2012: prevede che entro il 2020 metà delle riserve siano tornate a casa, qualcosa come 3400 tonnellate del prezioso metallo. Ad Amsterdam come a Berlino il rientro dell’oro patrio viene visto e perseguito come una iniezione di fiducia nelle istituzioni finanziarie nazionali e nello Stato.

In generale, la mossa serve ad apprezzare la valuta nazionale, come nel caso della Russia del rublo in caduta libera che sta facendo massicci acquisti insieme al rimpatrio del suo oro. Non sfugge, però, la circostanza che Olanda e Germania condividono la moneta unica europea. Il ricorso allo “strumento monetario di un’era ormai passata, l’oro” (Wall Street Journal) segnala un sintomo di sfiducia nell’euro e di paura di altri rivolgimenti finanziari. Paura e sfiducia che fanno presa su un’Europa che politicamente guarda a destra.

Cesare Martinetti su La Stampa (“La Destra in Europa sceglie di chiudersi”) coglie il nesso tra la preoccupazione di riportare l’oro disseminato nei caveau di mezzo mondo nei forzieri nazionali con la sfiducia programmatica di chi vagheggia soluzioni autarchiche alla crisi europea.

Emblematica, a questo proposito, la richiesta giunta al governatore della banca centrale francese da parte del leader del Front National Marine Le Pen all’indomani del rimpatrio dell’oro olandese: “Metta in sicurezza il tesoro nazionale che appartiene a tutti i francesi, è un atto patriottico che le sarà riconosciuto”.

Patriottismo, la parola chiave, in questo caso per Marinetti si risolve in una “fuga dal mondo”, in una tentazione isolazionista e di breve respiro (“come mettere soldi e gioielli sotto il materasso”). E’ la stessa paura, aggiunge Marinetti, che dall’altra parte della Manica costringe il premier conservatore Cameron, in chiara competizione con la proposta euroscettica e anti-immigrati di Nigel Farage, a chiudere i rubinetti dei sussidi agli immigrati.