ROMA – L‘Ocse promuove l’Italia: la crescita tiene e la disoccupazione inizia a calare, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parla addirittura di “svolta”, ma avverte: “Irpef giù ma basta sconti fiscali”.
Come spiega Francesca Pierantozzi sul Messaggero, le stime dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sono finalmente positive per l’Italia, dove la crescita segna un più uno per cento per l’anno in corso e un più 1,4 per cento nel 2017. Il rischio, però, avverte Padoan, è quello di una crescita insufficiente non solo per la ripresa, ma anche per garantire un futuro a tutte le generazioni.
Lo stesso segretario generale Angel Gurria mette in guardia: “Senza azioni complessive, coerenti e collettive di politiche di bilancio, monetarie e strutturali, la crescita non decollerà”.
Se poi la Gran Bretagna dovesse davvero lasciare l’Unione europea i rischi sarebbero ancora maggiori: “avrebbe come risultato una serie di shock sui mercati finanziari”, sottolinea l’Ocse. L’impatto sul Pil italiano potrebbe essere di una contrazione dell’1 per cento, un contraccolpo ridotto visto che L’Italia è tra “i Paesi meno esposti in modo diretto alla Gran Bretagna”.
Per il momento, però, Roma ha superato l’esame dell’Ocse. Spiega Pierantozzi:
Le stime di febbraio tengono, con una crescita sempre trainata dal consumo privato e «da una moderata ripresa degli investimenti». Anche la produzione industriale «sta avanzando, con i recenti aumenti attribuibili per la gran parte a capitale e beni durevoli». La disoccupazione continua a diminuire (11,9 per cento nel 2015, 11,3 nel 2016 e 10,8 nel 2017) ma «bisogna fare di più per aumentare produttività e inclusione sociale».Tra le ricette dell’Ocse per «una crescita più forte e equa in Italia»: «Ridurre in modo permanente i contributi per lo Stato sociale, efficaci politiche sul mercato del lavoro e lo spostamento dell‘onere fiscale verso consumo e proprietà immobiliare, basandosi su valori catastali aggiornati». Per sostenere gli investimenti, l’Ocse raccomanda di «creare un mercato secondario per i prestiti in sofferenza e migliorare i bilanci delle banche», punto su cui il governo ha già «aperto la strada».
In un’intervista a Sarah Varetto, direttrice di Sky Tg24, Padoan ha confermato l’impegno
“a tagliare le tasse che già sono state deliberate con la legge di Stabilità precedente e a disinnescare le clausole di salvaguardia”. Senza escludere, ma nemmeno confermare, l’ipotesi di anticipo di taglio dell’Irpef al 2017. In ogni caso risorse potrebbero essere recuperate dalla attesa revisione delle agevolazioni fiscali. Sulla riforma di Equitalia, il ministro ha insistito sulla necessità di «un rapporto amichevole tra contribuente e amministrazione. Non un rapporto come conflitto violento, ma un rapporto di fiducia». Soddisfazione Padoan ha espresso tanto nella lotta all’evasione che sulla riduzione delle centrali d’acquisto da 33 a 35 mila («si spende già il 20% in meno per comprare le stesse cose»).
Padoan ha poi confermato il piano per introdurre la flessibilità in uscita sulle pensioni, anche se bisogna valutare “gli effetti sul mercato del lavoro”. Nessuna conferma invece dell’ipotesi di estendere il bonus degli 80 euro anche ai pensionati: “Gli spazi non sono infiniti, bisognerà fare una scelta e buttare qualcosa fuori”.