Parmalat: la francese Lactalis detiene l’11,4%, diventerà l’azionista di riferimento?

Pubblicato il 18 Marzo 2011 - 01:36 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Mossa a sorpresa di Lactalis per conquistare Parmalat. La multinazionale francese del latte e dei formaggi ha comunicato di detenere nel capitale del gruppo di Collecchio una partecipazione dell’11,4%, molto probabilmente destinata ad aumentare, e di candidarsi ufficialmente a diventare l’azionista industriale di riferimento della società, per il cui cda presenterà anche una propria lista di candidati. Un annuncio “bomba”, arrivato poco dopo che il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, si era detto ”molto favorevole” all’ipotesi di una cordata italiana – da coagulare attorno a Intesa Sanpaolo – per Parmalat.

La società risanata da Enrico Bondi era infatti già finita nel mirino di tre fondi esteri che avevano vincolato in un patto il 15,3% del capitale proprio per assumerne la guida. Lactalis, terzo produttore mondiale di latticini e primo di formaggi, ha comunicato di detenere una partecipazione diretta in Parmalat del 7,28% e di aver stipulato un ‘equity swap’ avente ad oggetto una partecipazione potenziale fino al 7% del capitale, in relazione al quale sono state acquistate azioni pari al 4,14% del capitale. Il contratto prevede che alla scadenza, il 2 aprile del 2012, le azioni siano acquistate da Lactalis. Ma l’equity swap può essere chiuso anticipatamente in ogni momento con l’acquisto dei titoli.

”Lactalis potrebbe ulteriormente incrementare la propria partecipazione in Parmalat – affermano i francesi – ma non intende raggiungere una partecipazione rilevante ai fini della disciplina dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria”. Tradotto significa che il gruppo transalpino potrebbe salire fino al 29,9% del capitale di Parmalat, limite oltre il quale scatta l’obbligo di opa. Il colpo di teatro spiega i volumi eccezionali del titolo Parmalat in Borsa negli ultimi tre giorni, quando è stato scambiato il 20% del capitale (il 10% solo oggi), a causa dei rastrellamenti di Lactalis.

Volumi che hanno spinto il titolo a guadagnare in borsa fino al 10% nella seduta di oggi per poi ripiegare sul finale (+0,81% a 2,5 euro). Lactalis propone a Parmalat ”un progetto industriale di lungo periodo” in cui si offre come ”azionista industriale di riferimento” salvaguardandone però ”l’integrita”’ e ”le risorse manageriali”. I francesi promettono di ”contribuire all’espansione di Parmalat e dei suoi marchi”, non solo in Italia, ”anche attraverso acquisizioni strategiche” e di mettere a disposizione la loro ”capillare presenza” a livello mondiale (sono 148 i mercati presidiati). E sottolineano una complementarità sia a livello geografico che a livello di prodotti che ”consentirebbe ai due gruppi, entrambi leader nel settore alimentare, di offrire una gamma completa di prodotti”.

Ora si tratterà di capire come reagiranno gli altri protagonisti della partita, incluso il governo italiano che guarda con preoccupazione all’attivismo francese sulle aziende italiane (Lvmh ha acquistato Bulgari mentre è stata fermata l’avanzata di Edf su Edison e quella di Groupama su Fonsai). Il governo sponsorizza la nascita di una cordata italiana che si coaguli attorno a Intesa Sanpaolo, titolare di una quota del 2,4%, e che presenterà la sua lista, guidata dall’attuale amministratore delegato di Parmalat, Enrico Bondi.

Il progetto è stato guardato con favore anche da Granarolo, interessata a un matrimonio con Parmalat, e dalle Coop. Ma sarà da capire anche l’atteggiamento dei tre fondi esteri Skagen, Mackenzie e Zenit: Lactalis, che con l’equity swap potrebbe salire al 14,3% del capitale, avrebbe ancora spazio per rilevare le quote dei fondi, pari al 15,3% senza sfondare la soglia dell’opa.

Enrico Bondi resterà quindi candidato nella lista che Intesa Sanpaolo e presenterà per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Parmalat. Lo si apprende da fonti finanziarie dopo che era circolata la voce che l’attuale A.d. del gruppo di Collecchio stesse trattando con la francese Lactalis la presidenza del gruppo alimentare nel nuovo cda che uscirà dall’assemblea di aprile.