Gli affari Parmalat nella stanza da letto coniugale: sotto inchiesta la coppia dei concorrenti sposi

Pubblicato il 12 Maggio 2011 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-Gli affari di Parmalat nella stanza da letto, legittimo letto coniugale. Fabio Canè e Patrizia Micucci sono marito e moglie. Lui lavora per Intesa San Paolo, la banca che rappresentava e organizzava la “cordata italiana” per Parmalat, lavorava proprio come responsabile dei progetti e dei private equity, insomma il ramo della banca che si occupa di affari del tipo Parmalat. Lei era “advisor” di Société Générale per Lactalis, la concorrente della cordata italiana per Parmalat. Adesso sono entrambi indagati per essersi scambiati informazioni sull’affare che li vedeva insieme concorrenti e sposi. Mettiamo che non ci sia stato reato, mettiamo sia infondata l’ipotesi che l’uno abbia avvertito l’altra di quanto i rispettivi datori di lavoro offrivano per Parmalat, mettiamo che siano stati integerrimi e muti nella stanza da letto coniugale. Ma se il marito fa il direttore sportivo del Milan e la moglie la consulente del mercato giocatori per l’Inter non dovrebbe venire ai coniugi il dubbio che sia meglio che uno dei due passi la mano? E nessuno sapeva a Banca Intesa o a Lactalis di questo matrimonio, di questa coincidenza? Una volta si chiamava conflitto di interesse ma, si sa, in Italia è stato non solo depenalizzato ma anche abolito. Non solo nei Tribunali e negli affari, ma anche in camera da letto, coniugale per carità.