Passera: “La crisi non si risolve con le ideone. Il momento è arduo”

Pubblicato il 15 Aprile 2012 - 16:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E' il momento più difficile della crisi, tuttavia la soluzione non arriverà da una ''ideona'' o con una bacchetta magica, ma con il lavoro costante sull'agenda della crescita, che è fatta di tanti piccoli pezzi. Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, intervistato da Lucia Annunziata nel corso della trasmissione 'In mezz'ora' spegne le illusioni di chi spera che il governo debba ancora tirare fuori il coniglio dal cilindro per avviare la fase della crescita, ma fa il punto sui tanti temi che affollano la sua scrivania, dal credito alle imprese alle infrastrutture, dalla benzina alla Rai (''il cui funzionamento è largamente migliorabile'', dice) e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa su come la crisi del debito viene gestita a livello europeo.

''Creare l'aspettativa per un'ideona'' che faccia ripartire la crescita ''è fuorviante'', avverte subito il ministro, secondo il quale se l'Italia ''non cresce da piu' di 10 anni in maniera adeguata forse e' perche' cerchiamo l'ideona e la scorciatoia''. La forza su cui continuare a puntare e' invece quella di ''aver messo in un piano unico l'agenda per la crescita, tutti i pezzi'', ed e' anche ''avere tante idee tutte in fila che toccano tutti gli aspetti del funzionamento di questo Paese''. Da qui gli accenni alle cose fatte, in primis lo sblocco di oltre 20 miliardi per le infrastrutture, ma anche le liberalizzazioni e le semplificazioni, e l'impegno per quelle da fare, a partire benzina (l'aumento dell'accisa, promette, rientrera' ''appena possibile'') e dalla necessita' di dare piu' ossigeno alle imprese.

Nell'incontro che ha in programma giovedi' con il Mef e l'Abi, Passera si augura infatti ''di avere conferma che ci sia la disponibilita', da parte delle banche, di mettere parecchie decine di miliardi'' per risolvere il problema dell'indebitamento forzoso delle imprese per i mancati pagamenti dal pubblico e dal privato, ''un'enormita' che ammonta a circa 100 miliardi''.

Nell'occasione il ministro ha anche rivendicato il suo passato da banchiere, dicendosi ''orgoglioso'', anche perche' ''le banche italiane, durante la crisi, non hanno mai chiesto soldi al pubblico, non hanno mai fermato il credito''. E non dovranno farlo nemmeno adesso, perche' ''dobbiamo fare in modo che la maggior parte possibile di liquidita' arrivi a imprese e famiglie''.

E proprio a proposito di liquidità, il ministro ha lodato la Bce e il presidente Mario Draghi per le operazioni effettuate, ma ha puntato il dito contro la Bundesbank, che rappresenta ''l'ostacolo'' affinche' l'Europa ''garantisca per se stessa e dimostri di avere il coraggio e le risorse per autosostenersi anche nelle zone in difficoltà".