Patrimoniali mascherate: dalla Trise all’imposta di bollo su Bot e risparmio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 10:44 OLTRE 6 MESI FA
Patrimoniali mascherate: dalla Trise all'imposta di bollo su Bot e risparmio

Patrimoniali mascherate: dalla Trise all’imposta di bollo su Bot e risparmio

ROMA – Patrimoniali mascherate: dalla Trise all’imposta di bollo su Bot e risparmio. Si fa ma non si dice: parliamo di patrimoniale, o meglio di patrimoniali mascherate da semplice tributo che già ora paghiamo al Fisco. Massimo Fracaro e Nicola Saldutti sul Corriere della Sera del 24 ottobre, provano a diradare la nebbia semantica intorno a un concetto fiscale esecrato nominalmente ma ampiamente utilizzato. Del resto, fin dalla sua introduzione quando si chiamava Isi, l’Ici sugli immobili poi diventata Imu, cos’è se non una patrimoniale, visto che insiste sulla proprietà anche se non genera reddito? Stando ai giorni nostri, l’ultima trasformazione nell’alambicco della Legge di Stabilità, il terzetto  di Trise (Tributo sui servizi), Tari (Tassa sui rifiuti) e Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) è in perfetta continuità.

A pensarci bene, con il terzetto Trise-Tari-Tasi viene introdotta la patrimoniale comunale, visto che saranno i sindaci a fissare il livello dell’imposta. Certo la tassa rifiuti serve per coprire i costi della raccolta. Ma la Tasi? Non sembra esserci in questo caso un collegamento diretto tra prelievo e servizi erogati. Ricordiamo che servirà a pagare dagli stipendi della Polizia municipale all’illuminazione cittadina, all’arredo urbano. Non è, quindi, una vera e propria tassa. ( Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, Corriere della Sera)

Sempre dalla Legge di Stabilità, l’aumento dell’aliquota sull’imposta sul bollo giunta al 2 per mille, aggredisce gli investimenti finanziari, Bot, Btp, fondi, azioni, depositi vincolati alle obbligazioni bancarie, nonostante la tutela della Costituzione.

E, guarda caso, l’unica patrimoniale a viso aperto mai pagata dagli italiani fu il prelievo straordinario del 6 per mille su tutti i conti correnti introdotto dal governo Amato nel 1992. Una patrimoniale senza metafore che consentì all’Italia di evitare la deriva, ma che è stata oggetto di un duro confronto arrivato fino alla Corte costituzionale. Finora è l’unica imposta chiamata con il suo vero nome di patrimoniale.