Le aziende della pelletteria toscana crescono: offerti 3mila posti di lavoro

Pubblicato il 26 Giugno 2012 - 14:26 OLTRE 6 MESI FA

FIRENZE – I giovani stanno tornando nei laboratori e nelle aziende della pelletteria toscana che dopo un periodo di flessione tra il 2008 e il 2009 sembra abbia ripreso a produrre. Il distretto del lusso dell’area fiorentina, con oltre 2mila imprese, 15mila addetti, 3 miliardi di ricavi e 2,2 di export nel 2011, in crescita del 22,5% rispetto al 2010, attrae sempre più la produzione qualificata di marchi da tutto il mondo e, con la fame di manodopera che cresce, arriva a pagare 1.500 euro netti al mese per un primo impiego, 3mila per una mansione qualificata. Un boom che adesso ha portato le aziende a cercare nuovo personale: 3mila posti di lavoro offerti.

Tutti e 202 i disoccupati (o inoccupati) che a fine maggio sono usciti dal corso annuale di formazione e riqualificazione della Scuola di Alta pelletteria di Scandicci, una joint pubblico-privato, hanno immediatamente trovato lavoro. “E il 70% a tempo indeterminato”, puntualizza Laura Chini, direttrice della Scuola che nell’ultimo anno ha contribuito anche a migliorare la specializzazione di 230 addetti del settore (nuove tecnologie, materiali pregiati, modelleria Cad) e per altri 100 ha svolto corsi direttamente in azienda.

Il distretto cresce a ritmo sostenuto da un triennio, dopo la crisi del 2008-2009 che ha cancellato tante imprese. Nel primo trimestre del 2012, secondo l’ultima rilevazione del centro studi di Intesa Sanpaolo, l’export del distretto fiorentino ha toccato i 618 milioni, contro i 539 del 2010. “C’è un mercato mondiale che chiede il lusso made in Italy e quello toscano è il polo d’eccellenza mondiale nella filiera cuoio-pelle-calzature”, commenta Marco Fortis, economista, docente di statistica e vice presidente della Fondazione Edison.