Donne in pensione a 65 anni nel privato. Primi passi già nel 2014: risparmio di 4 miliardi

Pubblicato il 6 Settembre 2011 - 21:26| Aggiornato il 7 Settembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’età pensionabile delle donne che lavorano nel settore privato verrà innalzata a 65 anni già a partire dal 2014. E’ questa una delle novità contenute nella quarta versione della manovra, “partorita” dopo il vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli il 6 settembre.

L’equiparazione dell’età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne a 65 anni porterà a regime risparmi per quasi 4 miliardi di euro l’anno. L’anticipo della partenza del percorso dal 2016 al 2014 porterà l’andata a regime della misura dal 2028 al 2026 con un risparmio per quell’anno valutato in 3,9 miliardi e 334 mila donne in più al lavoro rispetto alla normativa attuale. La manovra prevedeva un incremento di un mese per accedere alla pensione nel 2016 per poi crescere negli anni successivi (due mesi nel 2017 con un cumulato di tre mesi, tre mesi nel 2018 con un cumulato di 6 mesi ecc).

Con l’anticipo alla misura deciso adesso l’aumento dell’età necessaria per la pensione di vecchiaia partirà nel 2014 con la stessa velocità (si aggiungeranno 6 mesi l’anno a partire dal 2019 invece che dal 2021). Naturalmente all’aumento dell’età necessaria per la pensione di vecchiaia va poi aggiunto quello previsto per il miglioramento delle aspettative di vita giaàprevisto nella manovra del 2010.

Nei primi quattro anni, secondo i calcoli dei tecnici i risparmi dovrebbero essere crescenti ma comunque scarsi (circa 700 milioni complessivamente tra il 2015 e il 2017) per poi superare un miliardo l’anno dal 2018 e crescere rapidamente negli anni successivi. Nel 2021, sempre secondo i calcoli dei tecnici supereranno i 2,3 miliardi, per salire nel 2022 a 2,7 miliardi e nel 2023 a 3,1 miliardi.

Se nel primo anno della misura (2014) non sono previsti risparmi ne’ riduzione delle uscite a regime (nel 2026) l’incremento dell’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia delle donne dovrebbe bloccare al lavoro 334.000 persone. Nel 2015 è previsto un calo di uscite di 9.000 unità mentre nel 2016 dovrebbero essere circa 23.000. Si supereranno le 100.000 unità bloccate nel 2019 per poi crescere rapidamente e superare le 300.000 unità nel 2024.