Due pensioni di anzianità su tre al nord. 50% delle invalidità al sud

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 10 Ottobre 2011 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un discrimine geografico orienta la scelta dei partiti sul tema delle pensioni: la previdenza divide in due l’Italia, un Nord dove sono concentrati i due terzi del totale degli assegni di anzianità e un Sud dove assegni sociali e di invalidità civile sono erogati con molta più generosità che in settentrione. Una fotografia, quella della ripartizione del welfare in Italia, che conferma il dualismo storico della nazione. Su 4 milioni di pensioni di anzianità erogate ogni mese dall’Inps, un milione ne accumula la sola Lombardia. Al Nord il totale è di poco più di due milioni e 400 mila, quasi il 65%, mentre il Centro e il Sud si dividono il restante milione e mezzo di pensioni, con il 18,1% e il 17,7%.

In rapporto alla popolazione, la densità massima di pensioni di anzianità si ottiene in Piemonte, con 100 assegni ogni mille abitanti. La Calabria, che ha una densità di popolazione quattro volte inferiore a quella piemontese, registra un rapporto di 25 pensioni di anzianità ogni 1000 abitanti. E’ ovvio che questa disparità riflette la distribuzione delle attività produttive nazionali: la pensione di anzianità è caratteristica peculiare del lavoro dipendente nel settore privato.

Meno chiara e comunque senza giustificazioni ufficiali è la prevalenza in Meridione degli assegni destinati all’invalidità civile e di assistenza sociale. Gli sforzi per smascherare chi beneficia senza averne titolo di una pensione di invalidità, spesso con requisiti palesemente falsi, ha fatto sì che il monte di assegni, oggettivamente altissimo, di 3,2 milioni del 2008 sia stato ridotto ai 2,78 attuali. Tuttavia la sperequazione a livello territoriale è ancora enorme: Calabria e Sardegna registrano più di 66 assegni di invalidità ogni 1000 abitanti, la Campania circa 58, mentre Lombardia e Veneto sono ferme a meno di 40 invalidi civili ogni 1000 abitanti. In pratica, da solo, il Meridione, senza contare la densità della popolazione, ottiene quasi il 44% delle invalidità civili erogate, contro il 35% del Nord e il 21% del Centro.

Alla luce di questo rapporto sulla distribuzione geografica degli assegni di welfare (assistenza e previdenza) si capiscono meglio le battaglie dei partiti a tutela dei loro rappresentati sul territorio. Al Nord, per esempio, la Lega e le organizzazioni sindacali, sono uniti nel fare le barricate contro ogni ipotesi di rinvio, di scalone, di finestre e quant’altro predisposto per ritardare la pensione di anzianità. Si spiega anche il paradosso, inspiegabile solo a livello ideologico, del leghista con la tessera della Fiom. Ogni provvedimento di riforma pensionistica, e le pensioni di anzianità sono nel mirino, è avvertito al nord come un colpo agli interessi di quella fascia di popolazione attiva di età compresa tra i 49 e i 59 anni. Sono i beneficiari (tenendo conto vecchiaia ed anzianità)  di una grossa fetta di quel tesoro da 125 miliardi erogati ogni anno dall’Inps. Un tesoro dal quale un’altra generazione, quella dei trenta/quarantenni, vorrebbe ritagliare uno spicchio di risorse per garantire la stessa sopravvivenza del suo futuro previdenziale.