Pensioni: donne a 65 anni, blocco rivalutazioni, minimo 41 anni nel 2012

Pubblicato il 30 Novembre 2011 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pensioni bloccate per tutti: alla fine, ma non ci sono ancora i titoli di coda, la cura choc è arrivata. Dalle pensioni si avrà un risparmio di dieci miliardi: stop al recupero dell’inflazione, revisione delle aliquote (autonomi, politici), estensione del contributivo, aumento dell’età minima a 62/63 anni, anticipo dell’equiparazione uomini-donne. Il risparmio maggiore verrebbe proprio dal mancato adeguamento degli assegni al tasso di inflazione: 6 miliardi, perché sullo stock di 200 miliardi di spese previdenziali  ogni punto percentuale vale due miliardi e l’inflazione attesa è del 3%. Probabile che non vengano interessate le pensioni più basse. Il blocco delle rivalutazioni al costo della vita sarà minimo di un anno, si parla di estenderlo a due. Lo stop arriverebbe con il decreto del 5 dicembre per evitare lo scatto automatico delle perequazioni all’inflazione previsto a gennaio.

1,5/2 miliardi di euro verrebbero drenati dall’anticipo al 2012 dell’aumento da 60 a 65 anni per l’età di uscita delle donne, che potrebbe essere fissato, a regime, nel 2018. Sulle donne si sta ragionando di chiudere il percorso di adeguamento (equiparazione con gli uomini) al 2016, al massimo al 2020, rispetto al 2026 fissato con i criteri attuali. 2 miliardi a regime, ma poco nei primi anni, verranno dall’estensione del contributivo pro rata per tutti. 3,5 miliardi si ricaveranno dall’aumento della soglia minima dei 40 anni che assorbe circa due terzi delle uscite annuali per anzianità. Lo schema prevede un innalzamento a 41 anni nel 2012 per poi alzare gradualmente la soglia. Le pensioni di anzianità verrebbero di fatto abolite fra cinque anni.