“Pensioni d’oro, d’argento, di latta”: come risparmiare 4 mld. Da lavoce.info

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2014 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
"Pensioni d'oro, d'argento, di latta": come risparmiare 4 mld. Da lavoce.info

“Pensioni d’oro, d’argento, di latta”: come risparmiare 4 mld. Da lavoce.info

ROMA – “Pensioni d’oro, d’argento, di latta”: come risparmiare 4 mld. Da lavoce.info. Un anno e mezzo di studi, nove pubblicazioni, un vademecum su come e cosa tagliare per risparmiare oltre 4 miliardi di euro, in nome dell’equità tra le generazioni. E’ tutto contenuto nel dossier intitolato “Pensioni d’oro, d’argento, di latta”, pubblicato da lavoce.info, il ‘think tank’ e sito d’informazione di 29 economisti.

Subito dopo l’intervista del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, favorevole al ricalcolo con il contributivo, le loro analisi sono state prese a riferimento e ora il portale ripropone tutte le ricette sul tema, includendo le iniziative più recenti. Un ‘canovaccio’ ricco e soprattutto ghiotto, visto che alla fine spunta un tesoretto non indifferente in tempi di caccia alle risorse.

I TARGET – I documenti raccolti forniscono dei target, invitando a puntare su chi ha ricevuto i ‘regali’ maggiori, dai baby pensionati ad alcune nicchie della pubblica amministrazione. Si partirebbe da importi lontani dal poter essere comparati a metalli preziosi (si inizia dai 2mila euro lordi mensili) ma a conti fatti verrebbe toccato solo un pensionato su dieci, con sforbiciate tra il 5-7%.

I ricavi verrebbero comunque fuori perché la platea è molto ampia: si tratta del 10% di 15,8 milioni di pensionati, quindi alla fine gli interessati sarebbero circa 1,5-1,7 milioni, con un testa a testa tra ex dipendenti privati e pubblici. La sovrappresentazione degli statali è conseguenza, si legge nel documento, dei “trattamenti di favore nel passato e nel presente con il retributivo, anche al di là delle regole previdenziali vigenti”.

I CRITERI – Soprattutto gli studi mettono in chiaro alcuni principi cardine: andare a guardare le persone, e non i singoli assegni, perché in Italia in tanti beneficiano di più prestazioni previdenziali, secondo i dati dell’Istat circa un terzo gode di assegni multipli.

Altro punto fermo è la doppia soglia, considerare oltre all’ammontare delle somme ricevute anche lo ‘spread’ tra calcolo con il retributivo (con le regole ante riforma Dini, del 1995) e quello con il contributivo, che a partire dal 2012 vale, come dispone la legge Fornero, per tutti i neopensionati. Infatti sarebbe oggetto del prelievo solo la differenza, in media pari a un quarto (tra il 28% e il 16%, a scendere con l’aumento dell’importo).

LE CIFRE – Nel dettaglio andando a spulciare l’ultimo intervento, che affina i precedenti, firmato da Tito Boeri, Fabrizio Patriarca e Stefano Patriarca, si ipotizza un “contributo di solidarietà” sul quel che rimane dal ricalcolo con il contributivo. Un prelievo che sale con il crescere del reddito pensionistico (si parte da una riduzione del 20% per gli importi mensili tra i 2 e i 3 mila euro mensili, per arrivare al 50% per quelli superiori ai 5 mila euro lordi).

Il risparmio sarebbe di 4,2 miliardi di euro. Boeri spiega come si possa ‘giocare’ con le soglie e le aliquote ma il senso è uno: riequilibrare il sistema per favorire “l’equità intergenerazionale”. Quanto alla contrarietà dei sindacati, Boeri spiega come ciò non lo stupisca, perché si tratta di organizzazioni “che rappresentano i pensionati”.