Pensioni, sconto su usuranti e precoci, delusi gli esodati

Pubblicato il 27 Febbraio 2012 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il punto sulle pensioni dopo la “rivoluzione” Fornero alla luce degli ultimi emendamenti al mileproproghe: coloro che hanno svolto lavori usuranti andranno prima in pensione insieme a coloro che hanno iniziato a lavorare prestissimo (precoci), restano delusi gli “esodati” che non hanno risolto il contratto di lavoro entro il 31 dicembre 2011 ma solo sottoscritto accordi di uscita entro il 4 dicembre 2011. Parliamo di una lista d’attesa per un milione e 752 mila lavoratori e un miolione e 96 mila lavoratrici, tra i 55 e i 64 anni, al terzo trimestre 2011.

Usuranti. Devono affrettarsi i lavoratori che rientrano nelle categorie di mansioni particolarmente gravose: entro il 1 marzo devono prenotarsi se vorranno godere delle quote assegnate e andare in pensione un po’ prima dei termini previsti dalla riforma. Quest’anno per loro vale quota 96 (60 anni di età, 36 di contributi). Dal 2013 sarà quota 97 più tre mesi. Per tutti è prevista la finestra di 12 mesi. I notturni avranno quota 96 con 78 notti, quota 97 con 72-77 notti, quota 98 con 64-71 notti.

Esodati. Per ora sono quelli più delusi in molti rischiano di trovarsi senza busta paga e senza assegno previdenziale per un po’ di tempo. Si parla di un rinvio a un decreto da emanare entro giugno per verificare la possibilità che l’esonero dalle limitazioni della riforma valga anche per coloro che, pur avendo sottoscritto accordi sindacali (incentivi ad anticipare la pensione vanificati dalle nuove regole) entro il 14 dicembre, dovrebbero ricevere la pensione nel 2012-2013. Chi invece ha risolto il contratto di lavoro entro il 31 dicembre 2011 può andare in pensione.

Precoci. Chi ha iniziato a lavorare tra i 16 e i 19 anni potrà godere di qualche anticipazione rispetto alla propria uscita dal lavoro. Potranno infatti andare in pensione fino al 2017 con 42 anni di contribuzione senza aspettare i 62 anni di età.

Riscatto laurea. Il riscatto degli anni della laurea, i diplomi universitari, i diplomi di specializzazione, i dottorati, purché conseguiti in periodi non coperti da contribuzione, son salvi ai fini del conteggio per raggiungere i 42 anni di anzianità contributiva. Si può riscattare la laurea anche se inoccupati: in carico alla famiglia è prevista una deducibilità fiscale del 19%. Ogni anno di riscatto costa 5 mila euro.

Altri esoneri. Esonerate dalla riforma, o con trattamenti diversi, sono le donne con 35 o più anni di contributi, un’età di 57 anni se dipendenti, 58 se autonome, che abbiano optato per la liquidazione del trattamento con il sistema contributivo, cioé abbiano accettato di andare prima in pensione ma con un assegno mensile più basso. Ci sono poi i lavoratori autorizzati prima del 4 dicembre alla prosecuzione volontaria del pagamento dei contributi. Quindi i lavoratori che maturino entro la fine del 2012 quota 96 (60 anni di età e 36 di contributi o 61 e 35) andranno in pensione a 64 anni. Le lavoratrici che entro il 2012 maturino i 60 anni di età e una contribuzione minima di 20 anni potranno andare in pensione a 64 anni.