Pensioni: età flessibile 62-70 anni. La proposta del Pd

Pubblicato il 24 Novembre 2011 - 16:52 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 24 NOV – Eta' di pensionamento flessibile, tra i 62 e i 70 anni, con assegni decurtati o maggiorati a seconda dell'eta' in cui si decide di ritirarsi dal lavoro.

E' la proposta di legge che hanno appena depositato in Parlamento i deputati Pd Cesare Damiano e Pier Paolo Baretta per correggere il meccanismo per accedere al pensionamento, facendo salvi i lavoratori con piu' di 40 anni di versamenti contributivi e gli impiegati in lavori usuranti. Il meccanismo previsto dai parlamentari del Pd prevede incentivi e disincentivi che possono arrivare a circa un 10% di maggiorazione o riduzione dell'assegno pensionistico.

La proposta dell'ex ministro del Lavoro e dell' ex segretario generale aggiunto della Cisl, dovrebbe decorrere dal prossimo 1 luglio ed essere applicato a tutti i lavoratori i cui trattamenti pensionistici sono liquidati secondo il sistema esclusivamente contributivo.

Per i lavoratori che andranno in pensione con il sistema esclusivamente retributivo o secondo il sistema pro-quota, ci sara' invece la facolta' di optare tra l'applicazione del regime vigente delle quote e il nuovo sistema di uscita flessibile entro l'arco di eta' anagrafica che va dai 62 ai 70 anni, con corrispondenti disincentivi e incentivi percentuali rispetto alla soglia intermedia dei 65 anni. Tale sistema prevede un taglio del 9% dell'assegno nel caso di pensionamento a 62 anni che scende al -6% a 63 anni, a -3% a 64 anni e sale a 66 anni del 2% rispetto alla soglia intermedia dei 65 anni, del 4,5% a 67 anni, del 6% a 68, dell'8% a 69 anni e del 10% a 70 anni.

Per i lavoratori che hanno maturato almeno 40 anni di anzianita' contributiva si prevede la possibilita' di scegliere se proseguire la propria attivita' lavorativa con una maggiorazione dell'assegno pensionistico pari al 2% per ogni anno di prosecuzione.

Infine, per affrontare il problema della discontinuita' contributiva ai fini dell'ammontare della pensione, i due parlamentari del Pd propongono di modificare il regime di totalizzazione dei periodi assicurativi, garantendo che anche un solo giorno di lavoro regolare possa concorrere alla formazione del montante pensionistico di ciascun lavoratore.