Pensioni, Fmi: Abolite la quattordicesima. Ciao Salvini: la Fornero…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 27 Marzo 2018 - 09:43 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, Salvini e la legge Fornero. Doccia fredda Fmi: abolite la 14.ma e tgliate la 13.ma

Pensioni, Salvini e Fornero. Doccia fredda Fmi: abolite la 14.ma e tgliate la 13.ma (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Pensioni e Fornero. Doccia fredda del Fmi per Salvini.

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Ecco il “consiglio” del Fondo monetario internazionale (Fmi) all’Italia: eliminate la 14 esima ai pensionati e tagliategli anche la 13.ma. Come farà Salvini a abolire la Fornero?

Forse, commenta Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business, ha ragione Stephen Hawking: ci sono più universi. Ma forse sbaglia quando pensa che sia difficile trovarli. Spesso vivono qui insieme a noi, uno accanto all’altro. Si legge, ad esempio, che il nuovo governo (se mai ci sarà) su insistenza di Salvini terrebbe un punto fermo, ineliminabile: l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni.

Bene. Poi si leggono i documenti del Fondo monetario internazionale, cioè di signori con esperienza mondiale, che ci guardano da Washington, e cosa dicono? Molto buone le riforme fatte in Italia, anche se la crescita è ancora troppo lenta (servono altre riforme). Punto debole critico: la spesa per le pensioni è ancora troppo alta (pag.20 del documento, pubblicato il 16 marzo 2018, dedicato all’Italia: Italy: Toward a Growth-Friendly Fiscal Reform).

Suggerimento (al Fondo sono drastici): cominciate con eliminare la quattordicesima ai pensionati, e le cose andranno meglio. Ecco, i due universi si sono incontrati.

Da una parte la politica italiana oggi vincente che pensa di poter camminare lungo la strada della finanza facile. Dall’altra gli esperti mondiali che studiano i nostri conti e che pregano di risparmiare soldi alla svelta, anche a costo di imporre sacrifici ai pensionati (la nostra spesa per questa voce è circa il doppio di quella media europea).

Ma non è tutto qui. La prima cosa che dovrà fare il nuovo governo (se e quando ci sarà) sarà trovare subito una dozzina di miliardi di euro per evitare lo scatto automatico dell’Iva.

Insomma, come era prevedibile il nuovo governo, da chiunque sia fatto, non avrà un sentiero cosparso di rose di fronte a sé. Dovrà muoversi invece su un terreno aspro e accidentato. I nostri conti sono al limite. Trovati i dodici miliardi per scansare l’aumento Iva, poi non resterà che mettersi a regime stretto, attenti a non spendere un soldo in più.

Ogni e qualsiasi fantasiosa riforma, dall’abolizione della Fornero al reddito di cittadinanza, va rinviata a un futuro oggi imprecisabile, forse lontano come gli universi di Hawking.

Inoltre, c’è come la sensazione che il meglio della congiuntura sia alle nostre spalle: la nostra crescita, come quella europea, comincia a declinare invece di aumentare. E questo significa che ci saranno meno risorse.

Si potrebbe dire che stanno per cominciare gli anni dell’attenzione, gli anni in cui ogni sera il presidente del Consiglio, prima di addormentarsi dovrà sentire il ragioniere generale dello Stato: siamo in linea? Domani, niente brioches?

Insomma, si dovrà tirare un po’ la cinghia.