Pensioni, il Governo prepara un nuovo scippo: vuole 500 milioni per salvare Mps distrutto da amici e compagni

Pubblicato il 1 Agosto 2016 - 06:40 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, il Governo prepara un nuovo scippo: vuole 500 milioni per salvare Mps distrutto da amici e compagni

Pensioni, il Governo prepara un nuovo scippo: vuole 500 milioni per salvare Mps distrutto da amici e compagni. Nella foto: Franco Abruzzo, giornalista e presidente Unpit, fra i primi a lanciare l’allarme

Pensioni nel mirino del Governo? In vista un nuovo esproprio proletario? Questa volta non si tratterebbe di un prelievo direttamente dalle tasche dei pensionati in nome di slogan come giustizia sociale e solidarietà intergenerazionale, ma di un contributo preteso dal Governo a livello collettivo, costringendo i Fondi pensione a partecipare in modo significativo al capitale del fondo Atlante, quello che deve salvare le banche italiane più dissestate e mettere una pezza a mala gestione e anche ruberie.

Tra i primi a lanciare l’allarme è stato Franco Abruzzo, giornalista, pensionato anche lui e presidente della Unpit, la Unione nazionale dei pensionati italiani:

“Atlante, 500 milioni dalle Casse previdenziali”. (Vedi sotto).

Sul blog di Beppe Grillo, due deputati del Movimento 5 stelle, Carlo Sibilia e Roberta Lombardi, scrivono apertamente di “scippo del Governo” e spiegano come salvare la pensione da quello scippo. C’è un modulo, preparato dallo Ufficio legislativo del M5s, da compilare e mandare alla propria cassa previdenziale, diffidandola. Carlo Sibilia e Roberta Lombardi spiegano:

“I banchieri del Pd hanno distrutto MPS (Monte Paschi di Siena), ma toccherà a infermieri, geometri, biologi, psicologi contribuire a salvarla mettendo in gioco la loro pensione. Eppure tali casse non sono “private” come il governo vuole dare ad intendere: lo sono solo per autonomia gestionale, ma hanno una funzione chiaramente pubblica, come ha stabilito anche il Consiglio di Stato”.

Federica Micardi sul Sole 24 Ore elabora:

“Cresce tra i professionisti la preoccupazione sulla partecipazione nel Fondo Atlante 2 delle loro Casse di previdenza. Dalle rappresentanze sindacali e dai Consigli nazionali arrivano proteste e richiami alla prudenza, seppure con toni e accenti diversi a seconda delle circostanze.«Una forma di esproprio patrimoniale edulcorata con promesse di future concessioni normative e regolamentari».
Tra i primi a esprimere disagio all’idea di questo investimento l’ Anc, Associazione nazionale commercialisti […il cui] presidente, Marco Cuchel, ha sottolineato che «il patrimonio delle Casse, che costituisce il futuro previdenziale di milioni di professionisti, non dovrebbe essere messo a disposizione di operazioni il cui esito, al momento, rimane incerto».

[Per Luigi Pansini, segretario generale di Anf, la associazione nazionale forense, denuncia come] questo «non corrisponde a una politica altrettanto responsabile e attenta da parte del Governo e del sistema bancario nel confronto delle professioni».
Anche i sindacati dei medici sono in allerta, allarmati i chimici. Il presidente del loro Consiglio nazionale, Nausicaa Orlandi, ha detto: «Riteniamo che l’eventuale azione di sostegno della nostra Cassa al Fondo Atlante2 possa mettere fortemente a rischio i contributi per gli iscritti».

Epap, la Cassa pluricategoriale di chimici, geologi, attuari, agronomi e forestali ha deliberato di non aderire al Fondo. Una decisione fortemente apprezzata dai Consigli nazionali di chimici e geologi.
Perché le Casse sono entrate nella vicenda Atlante 2? Sul tavolo il Governo ha messo una serie di carte interessanti, tra cui: riconoscere alle Casse natura”privata” e quindi toglierle dagli obblighi delle pubbliche amministrazioni cui sono soggette da quando inserite nell’elenco Istat (dalla spending review, al rispetto del Codice appalti e agli obblighi di trasparenza); intervenire al ribasso sulla tassazione, che oggi grava sia sui rendimenti finanziari (tassati al 27%) sia sulle pensioni; allargare le maglie sull’autonomia gestionale. Tutte questioni rivendicate dalla Casse negli ultimi anni e che oggi entrano in un discorso di do ut des. Il sistema Casse però, pur associato all’Adepp, vede la sovranità decisionale in capo a ogni singolo ente”.

Franco Abruzzo (Unpit), è stato tranchant:

“Non credo che Inpgi/1 possa concorrere dovendo quest’anno reperire 140 milioni per pagare le pensioni. E non credo che Inpgi possa destinare al salvataggio bancario i quattrini della gestione separata, cioè dei collaboratori pagati 3 euro a pezzo. Curiosa la posizione conflittuale di Padoan: deve salvare Mps ma, come ministro vigilante, anche Inpgi che, come ha scritto la Corte dei Conti e spiegato Ernesto Auci, è sull’orlo del fallimento-commissariamento”. Ma chi ha autorizzato Marina Macelloni, presidente Inpgi, a votare il finanziamento? C’è qualche patto segreto?”.

Marina Macelloni, presidente INPGI ha replicato:

“Tutti noi (presidenti di Casse, ndr), e io per prima, abbiamo sottolineato (in Adepp, ndr) che il ruolo dei nostri Consigli di amministrazione è sovrano e che nessun investimento sarà deciso senza tener conto del voto dei nostri Organismi ai quali saranno sottoposte le specifiche tecniche dell’eventuale operazione con le necessarie valutazioni su rischi e rendimenti e le formali direttive da parte dei Ministeri vigilanti in materia di investimenti. I Consigli di amministrazione, tenendo conto anche del periodo estivo, saranno convocati non appena saremo in possesso di tutti questi elementi”.

Contro replica di Franco Abruzzo:

“Il ‘patto segreto’ si riferiva agli eventuali accordi con il Governo nella logica del do ut des. Stipulati ovviamente da chi ha partecipato al vertice”.

Carlo Sibilia e Roberta Lombardi ci vanno giù pesanti:

“Per evitare un altro bagno di sangue dei risparmiatori, analogo (ma ben più grande) a quello di Banca Etruria, la banca del papà della Boschi, il governo è disposto a tutto, però il diktat europeo proibisce l’uso di soldi pubblici. Che fare allora?

Il premier e Padoan hanno pensato di inventarsi la fregatura del fondo cosiddetto Atlante (o Atlante 2), che dovrebbe comprare a buon prezzo i crediti deteriorati del Montepaschi e recuperare rivendendoli. Loro la chiamano “operazione di mercato”, ma in realtà in Atlante ci sono parecchi fondi pubblici mascherati, da Cassa Depositi e Prestiti a Poste Vita.
Tutto ciò comunque non basta per “riempire” Atlante, e il governo sta allora esercitando forti pressioni sulle casse previdenziali dei professionisti affinché queste partecipino con almeno 500 milioni di contributi pensionistici al fondo. […] Che cosa dirà l’Europa di fronte a questo? Configurerà degli aiuti di Stato illegittimi per il diritto dell’Unione Europea? O crederà all’”operazione di mercato”?

Inoltre, com’è ovvio, le casse previdenziali sono tenute a gestire in modo prudente i loro investimenti. Mettere soldi in Atlante, futuro custode di crediti deteriorati adatti a fondi speculativi, non è proprio la destinazione più prudente per investire la pensione! E’ così che si tutelano i cittadini? Il governo, dopo aver preso in giro abbondantemente i pensionati di oggi, non può pensare di aggredire anche i pensionati di domani.

Se anche la vostra cassa previdenziale è destinata a contribuire al fondo Atlante usando i vostri contributi, potete inviare una diffida utilizzando il modulo che trovate QUI. Il modulo è stato preparato dall’Ufficio Legislativo del M5S. La diffida deve essere inviata via pec alla propria cassa di riferimento”.