Pensioni, Inps: 2 su 3 inferiori a 750 euro, ma molti “poveri” ne prendono 2, 3

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Aprile 2015 - 16:34| Aggiornato il 1 Maggio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, Inps: 2 assegni su 3 sono inferiori a 750 euro

Pensioni, Inps: 2 assegni su 3 sono inferiori a 750 euro

ROMA – Quanto hanno versato di contributi quel 64,3% di pensionati che percepiscono pensioni di un importo inferiore a 750,00 euro?

L’Inps, Istituto nazionale di previdenza sociale, sulla linea piagnona e ultra demagogica impressa dal neo presidente Tito Boeri, fornisce un dato a metà. Dice che 2 pensionati su 3 percepiscono un assegno che rasenta la soglia di povertà, che se si guarda alle donne poi la percentuale arriva al 78,2%. Ma non dice quanto abbiano mai versato.

Su questo socialismo reale un po’ alla carbonara la Corte Costituzionale ha dato più volte l’alt, l’ultima volta con la sentenza 70/2015 depositata e pubblicata il 30 aprile 2015. Se le pensioni più povere devono essere rimpinguate, cosa giustissima, lo Stato non lo può fare a spese dei soli pensionati “ricchi” ma tutti devono contribuire e lo strumento preposto dalla Costituzione è il Fisco.

Dopo il messaggio un po’ terroristico, l’Inps precisa che i suoi dati sono poco attendibili, perché le statistiche diffuse costituiscono comunque  solo una misura indicativa della povertà dato che sono molti i soggetti titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi. Delle 11.595.308 pensioni con importo inferiore a 750 euro, 5.322.007 (il 45,9%) beneficiano di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al trattamento minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile.

L’importo medio delle oltre 18,04 milioni di pensioni erogate dall’Inps è salito a 825,06 euro mensili rispetto ai 780,14 euro del 2012. L’Inps precisa che “ciò è dovuto essenzialmente agli effetti della perequazione automatica delle pensioni e all’effetto sostituzione delle pensioni eliminate con le nuove liquidate che presentano mediamente importi maggiori, anche in relazione alle recenti riforme pensionistiche cha hanno aumentato i requisiti di accesso per il pensionamento”. 

I dati dell’Inps rivelano inoltre un Nord di pensionati e un Sud più assistenzialista. Il 48,2% delle pensioni è infatti percepito da persone residenti al Nord, (305 pensioni ogni 1000 residenti), il 19,1% al Centro (281 su 1000) e il 30,3% al Sud e Isole (262 su 1000). Il restante 2,4%, 427.597 pensioni, è erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord ha un numero di pensioni per residente maggiore per le categorie vecchiaia e superstiti, seguito da Centro e Sud, mentre l’ordine si inverte per le invalidità previdenziali e per le prestazioni assistenziali.

In totale le pensioni vigenti all’inizio del 2015 sono 18,04 milioni, delle quali 14,3 sono di natura previdenziale (3,7 milioni sono le prestazioni di tipo assistenziale). L’importo totale annuo della spesa è pari a 192,6 miliardi di cui 173 sostenuti dalle gestioni previdenziali. L’Inps sottolinea che il numero delle pensioni è diminuito di 112 mila unità rispetto all’inizio del 2014 mentre la spesa è aumentata di 1,3 miliardi e rappresenta l’11,8% del Pil.