Pensioni. Ipotesi quattordicesima per redditi fino a 13mila euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Luglio 2016 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni. Ipotesi quattordicesima per redditi fino a 13mila euro

Pensioni. Ipotesi quattordicesima per redditi fino a 13mila euro

ROMA – Pensioni. Ipotesi quattordicesima per redditi fino a 13mila euro l’anno. “Per sostenere l’adeguatezza del reddito da pensione “si potrebbe valutare di alzare la soglia di reddito massima della quattordicesima, oppure rendere l’assegno più generoso. La decisione politica non spetta a me, ma questo strumento ha il vantaggio di essere semplice, disegnato su una fascia di persone che ha davvero bisogno di aiuto”.

Questo il pensiero espresso dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini, titolare del dossier pensioni nel confronto con i sindacati con cui ragiona anche della flessibilità in uscita. Allargare di quanto la platea dei redditi bassi che percepiranno la quattordicesima?
Il Corriere della Sera riferisce dell’ipotesi del governo di alzare da 10 a 13 mila euro lordi l’anno il reddito massimo per avere diritto al beneficio. E quella di allineare la no tax area, cioè la soglia di reddito entro la quale non si pagano tasse.
Quattordicesima allargata. L’assegnato extra erogato a luglio, la cosiddetta quattordicesima, e che vale fino a 500 euro, secondo il piano del governo, può essere esteso ad altre due milioni di persone, dai due milioni che già la percepiscono. Per finanziare la misura servono 800 milioni di euro. 
Ma c’è anche un piano B, meno costoso: aumentare non il numero delle persone che prendono la quattordicesima ma l’importo dell’assegno. Il calcolo è complesso perché la cifra precisa della quattordicesima dipende anche da quanti anni di contributi si hanno alle spalle. Ma con un aumento del 50%, che porterebbe le quattordicesime più ricche da 500 a 750 euro, sarebbe necessaria una copertura di circa 600 milioni di euro. L’ipotesi più probabile, però, è la prima.
Per un motivo di politica economica: perché dare un assegno in più a chi prima non lo prendeva ha, rispetto a un semplice aumento dei trattamenti già in essere, maggiori probabilità di avere un effetto positivo sui consumi. Ma anche per un motivo di politica in senso stretto: ci sarebbero due milioni di beneficiari che si accorgerebbero di avere un’entrata in più e non un semplice ritocco. La controindicazione è che l’intervento sarebbe rivolto sì ai pensionati a basso reddito, ma a quelli un po’ «meno poveri» degli altri. (Corriere della Sera)